lunedì 29 marzo 2010

II esercitazione

per la seconda esercitazione è necessaria la versione di Sketch up "pro" e non quella semplice..

venerdì 19 marzo 2010

1 esercitazione Parpajola Gaia 269436

Prima esercitazione
A seguito dei due incontri con Michele Vianello (3 Marzo) e Gianluigi Cogo (10 Marzo) si è svelato ai miei occhi un mondo di cui prima ne ignoravo la complessità. Ascoltando queste due utilissime conferenze mi sono resa conto di come fossi rimasta indietro con i tempi… Ancora al web 1.0…! Infatti utilizzavo internet solo come facile metodo di ricerca oppure di comunicazione via email. Ora ho capito che mi può offrire molto di più; questo grazie al passaggio al web 2.0 (ammetto che questi termini mi erano proprio sconosciuti) che permette una perfetta corrispondenza tra i semplici siti e gli utenti. Una vera e propria rivoluzione. Siamo noi a sviluppare, aggiornare ed alimentare continuamente la rete attraverso un continuo passaparola, uno scambio ed un’ interazione di informazioni, notizie e file multimediali di ogni genere; il ruolo dell’utente è diventato centrale e fondamentale. Michele Vianello poi, direttore generale del VEGA, si focalizza su questo punto: la connettività, ossia la collaborazione tra persone per sviluppare idee e progetti, infatti dice: “Siamo passati da una visione verticale ad una visione assolutamente orizzontale, cioè collaborazione”. Per far questo siamo aiutati da blog, community, social network come facebook, twitter, youtube ed accessori come l’ iPhone o il prossimo iPad… Ormai il progresso, in tutte le situazioni quotidiane, è connesso con il web; per questo è necessario che le città si adeguino a questo sviluppo e crescano stando al passo, promuovendo ovunque l’acceso ad internet, la rete a banda larga ed un coseguente rapporto di collaborazione tra cittadini ed istituzioni. Proprio l’esperto Gianluigi Cogo si sofferma sull’eDemocracy (Electronic Democracy), cioè la democrazia diretta, il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, un maggior coinvolgimento da parte dei singoli per un progetto collettivo, che riguarda la comunità; parlando però sia di diritti come maggiori agevolazioni e servizi più efficienti, sia di doveri, nel senso di una partecipazione attiva e consapevole. Il presente per l’Italia, nel mondo della rete, non è dei più sviluppati, anzi, però si prospetta in un futuro che sia in stretto rapporto con la comunità di internet. Parole chiave da seguire per essere sempre all’avanguardia sono COLLABORAZIONE, COMUNITA’ e PARTECIPAZIONE.

anna bazzo 269100

prima esercitazione

Come studentessa del primo anno di una facoltà di architettura non avrei mai immaginato che ad un corso di informatica e disegno digitale sarei arrivata a riflettere su concetti come “green economy”, “e-democracy”, “smart city”, “web 2.0”. Devo ammetterlo. Inizialmente il mio scetticismo verso il “perdere” ore universitarie parlando di social network, connettività, software più o meno efficienti o di tendenza, mi impediva anche il solo tentare di ragionarci un po’ su e muovermi autonomamente per cercare di capirci qualcosa. Semplicemente non capivo come discutere di tutto ciò potesse giovare alla mia carriera universitaria. In realtà, lezione dopo lezione, conferenza dopo conferenza (forse un po’ per la necessità di dover “mandare giù la pillola”) ho cominciato a riflettere ed ad aprirmi veramente ai messaggi che Michele Vianello e Gianluigi Cogo hanno cercato di trasmettere a noi, giovani menti, apprezzando almeno un po’ questo onnipresente desiderio di condivisione, confronto e dialogo.

Potrei riassumere i temi trattati secondo una divisione temporale: ciò che era una volta, e ciò che è ora.

Il Web 1.0, un modello di web “statico”, dove non c’è scambio, ma unilateralità nella comunicazione di informazioni. Una e-democracy intesa come utilizzo di nuove tecnologie e mezzi di comunicazioni per consultazioni popolari. Un approccio culturale fondato sull’”avere” e sulla verticalità dello scambio di conoscenza . Un monopolio da parte dei mass media classici e la notizia oggettiva. Un’economia intesa come produzione di beni reali materiali, fatta di persone,ingenti somme di denaro, macchine, fabbriche, SPAZI.

Tutto questo per descrivere sinteticamente quello che era una volta.

Il Web 2.0, un modello di web “dinamico”,dove è lo stesso utente che crea l’informazione,dove esiste la plurilateralità dello scambio di conoscenza, quel web dove i colossi Google, Facebook, Twitter, Flickr, sono in piedi, esistono e proliferano grazie a noi stessi e al nostro desiderio di scambio, confronto e dialogo (realizzarlo è davvero illuminante). Una e-democracy intesa come aiuto da parte dei cittadini alla pubblica amministrazione tramite l’uso delle nuove tecnologie e metodi di comunicazione, usando piattaforme come rate my cop, TheyWorkForYou.com. Un approccio culturale fondato sul “dare” del singolo alla società, condividendo le proprie informazioni, le proprie idee, i propri consigli, la proprie conoscenze con la comunità facendole diventare informazioni, idee, consigli, conoscenze di tutti, arrivando ad un’orizzontalità nello scambio di competenze. La ricerca non della notizia data dal telegiornale su quella determinata rete televisiva, ma la ricerca del commento e dell’opinione, e poi del video, commentato e commentabile ancora e ancora e ancora. Una “green economy” , un’economia della conoscenza e dei bit, che non ha bisogno di spazi fisici, ma della capacità delle persone di riuscire a trasmettere idee, come naturale sviluppo del sempre più attuale problema dello spazio, intrecciandosi di conseguenza con il concetto di sostenibilità e città. Un’economia che prevede una connettività in movimento dove sono proprio le città stesse a fare la differenza, nella loro possibilità di offrire al cittadino la possibilità di essere connesso dovunque e comunque.

tutto quello che è ora.

Pensandoci e ripensandoci non riesco più a vedere alternative future se non una del genere dove alla base ci sia la conoscenza umana mondiale in condivisione con tutte le persone del mondo, dando il potere a tutti di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Dando più chance. I famosi megafoni…

(da scetticismo a utopismo?…mah)

Eleonora Tabacchi 268932

Esercitazione n.1 - Relazione sulle conferenze M.Vianello e G.Cogo

Il web, la sua crescita e il suo utilizzo sono state le principali tematiche discusse da Michele Vianello e Gianluigi Cogo nelle conferenze che hanno tenuto durante il corso di informatica e disegno digitale del professor Maurizio Galluzzo.
Il primo relatore, direttore generale di Vega (il parco scientifico tecnologico di Venezia), ha presentato tre punti:

· Venezia
“è un luogo dove si può innovare?” a questa domanda dove molti avrebbero risposto con un secco no M.Vianello ha risposto positivamente. Spiega che se fino ad ora l’economia e le aree urbane sono state organizzate sulla base di produzioni reali, materiali (sviluppo fabbriche, ampi spazi, molte persone), adesso non funziona più così. Si è passati da “atomi” a “bit”, ovvero da un’economia fatta di spazi a un’economia fatta di quantità di informazioni e dal valore di queste che il web e la rete sono in grado di trasmettere. Dunque non servono più gli spazi per sviluppare un’azienda ma la conoscenza e la possibilità di trasmettere idee. Un esempio lampante è Google, che da un algoritmo che non possedeva nessun altro hanno creato una delle più grandi imprese al mondo.
Venezia non ha molti spazi, ma se si parla di bit Venezia è un luogo dove si può fare innovazione. Per far questo sono però necessari la rete a banda larga ed il Wi-Fi (connettività in movimento). Questo fa la differenza tra le varie città, che, se possiedono questi requisiti (smart cities), potranno più facilmente ospitare imprese.

· Web 2.0
Non è come molti pensano una tecnologia, ma è un approccio alla rete. Prima il Web 1.0 non consentiva interattività tra le persone, era una navigazione “passiva”, l’unica possibilità di dialogo era la posta elettronica.
Ora invece il Web 2.0 ha un approccio al web totalmente diverso, questo grazie allo sviluppo di strumenti di connettività a prezzi accessibili, allo sviluppo di piattaforme che consentono il dialogo ed il mash-up (possibilità di includere dinamicamente informazioni o contenuti provenienti da più fonti), degli esempi sono facebook, twitter, youtube, ecc…, ed il costo bassissimo dello storage (supporti per la memorizzazione di dati).
Un’ altra innovazione è la possibilità di comunicare senza filtri, ovvero consente il dialogo tra persone che non si conoscevano, al di la degli stati nazionali.
Adesso l’utente diventa l’anima della rete.

· Essere un cittadino oggi
Una persona può sentirsi cittadino se ha la piena possibilità di accedere alla rete, ovvero ha più facilità di comunicare. Il comune di Venezia con i progetti “Cittadinanza Digitale” ed “Iris” ha fatto questo. I progetti consistono nella creazione di aree Wi-Fi e di un sistema di comunicazione facilitata con i cittadini, questa rete a banda larga consente all’Amministrazione di fornire servizi innovativi ai cittadini residenti, a chi lavora, studia o visita Venezia.

Il secondo relatore, invece, si è soffermato sul tema della democrazia digitale o elettronica (e-democracy), cioè quella forma di democrazia nella quale vengono utilizzate le moderne tecnologie per comunicare ed informare il popolo. Questo negli Stati Uniti avviene già. Infatti i cittadini partecipano attivamente interagendo con le alte cariche e hanno servizi a disposizione come Ficks my street o Stop Crime.
Citando una frase di J.F. Kennedy: “non chiederti cosa fa lo stato per te, ma chiediti cosa fai tu per lo stato.” introduce il concetto di dare ed avere. Il cittadino digitale ha dei doveri, dare il voto ad esempio, e così facendo può rivendicare i suoi diritti, ovvero la possibilità di contribuire al miglioramento del governo. Lo stato deve ascoltare il cittadino e dare delle risposte, tutto questo logicamente tramite la rete.

Michele Vianello e Gianluigi Cogo sono riusciti a far capire quanto c’è dietro il mondo del web e della rete, e quanto questi siano importanti per il nostro futuro.

MARCO BOGONCELLI, matricola: 269116

Prima esercitazione: incontro con Michele Vianello e Gianluigi Cogo

Oggi più che mai si sente parlare di crisi, di come uscirne, se veramente sia cambiato qualcosa nella vita di tutti i giorni. Il fatto che questa crisi sia stata mondiale dovrebbe farci riflettere e capire che ormai non ha più senso ragionare in termini meramente egoistici. Bisogna ampliare lo sguardo e confrontarsi con gli altri...questa è la parola chiave: confronto. E quale strumento migliore per confrontarsi del web? Dunque è qui che bisogna puntare, perchè il web può essere motore di riavvio di un'economia sotto molti punti di vista: aiuta a trovare nuove e sempre più valide idee grazie alla collaborazione di più persone e allo stesso tempo è in grado di portare nuove figure professionali nell'ambito del lavoro. Si discuteva con Vianello anche dell'importanza di un cambiamento da un sistema verticale a un sistema orizzontale di lavoro, cioè del passaggio a un'organizzazione in cui ci sia uno scambio alla pari di idee.
Ma naturalmente il confronto si allarga a una miriade di campi e settori, a partire da quello economico appunto, al campo della cultura, ma anche al campo della politica e dell'amministrazione pubblica, tema trattato ampiamente negli incontri con Vianello e Cogo. Trovo che quest'ultimo punto sia fondamentale: l'incontro continuo tra il cittadino e il suo rappresentante politico è fondamentale perchè solo così le idee e i veri bisogni della cittadinanza vengono a galla, e solo così si possono trovare delle soluzioni, anche a questa crisi, insieme. La strada proposta da Vianello è quella giusta da seguire: una città che si connetta con il mondo, ma che allo stesso tempo sia in grado di fornire più servizi alla cittadinanza. L'accesso libero a cittadini e studenti al wi-fi di Venice-connected è un gran passo avanti per spingere la città di Venezia a fare il salto, a rinnovarsi, evitando i rallentamenti burocratici, aumentando infintamente l'efficienza del sistema e soprattutto permettendo a tutti noi di essere protagonisti del cambiamento. Un cambiamento a 360 gradi. Ho trovato molto interessante, per esempio, la piattoforma IRIS, che permette di segnalare direttamente, senza troppe perdite di tempo, dei problemi di manutenzione urbana: questo è un esempio semplice ma che rende bene l'idea di come le cose possano cambiare su ogni livello. Ancora più efficace è l'esempio dei 40XVENEZIA, del quale si parlava con Cogo. Il concetto fondamentale che scaturisce da questo punto è il fatto che il cittadino può e deve intervenire dove gli spetta di diritto, cioè nelle decisioni politico-amministrative, e lo fa attraverso il web, che salta le barriere burocratiche e sociali e mette in contatto diretto il cittadino con il suo rappresentante politico. Il governo si deve basare sull'espressione dello user-generated content, cioè sulla voce che viene dal basso. In Italia non siamo ancora al livello di altri Paesi sotto questo punto di vista. Certo è che il punto fondamentale per riuscire a stare al passo con il mondo è innanzitutto quella che Cogo definiva l'infrastruttura, ovvero una connettività sempre, comunque e dovunque a disposizione di tutti. Ovviamente è necessaria anche la partecipazione delle persone, partecipazione che richiede impegno e fatica ma che giustifica questo sistema: uno scambio reciproco tra cittadino e stato.
Questo è il vero cambiamento, che non passa attraverso le caste e i rallentamenti burocratici, bensì attraverso i vari facebook, twitter, youtube, flickr e quant'altro. Ovvero attraverso le nostre idee, espressioni, sensazioni.
Attraverso noi.

Anna Ceccolin 269276

Prima esercitazione

La conferenza di mercoledì 3 marzo 2010, tenuta da Michele Vianello, è iniziata con una domanda interessante: Venezia è una città dove può trovare posto
l’innovazione? La risposta di Vianello, è sì. Ed è ovviamente così se si considera che oggi il concetto di sviluppo non è più legato al concetto di spazio fisico, materiale (secondo il quale a Venezia non ci sarebbe possibilità di innovazione) ma lo sviluppo è legato alla possibilità di scambiare idee, di trasmettere conoscenza. Lo spazio di cui si parla oggi è immateriale, è quello occupato dai bit.
La possibilità di dialogare, confrontarsi, di interagire con altre persone sono le caratteristiche principali del web 2.0. Evoluzione del vecchio web 1.0 (caratterizzato dalla passività dell’utente e dall’unidirezionalità), il web 2.0 consente un nuovo approccio alla rete, grazie a tutta una serie di piattaforme che ormai tutti conoscono, come Facebook, Twitter, e a You tube, Flickr, Wikipedia. La filosofia del web 2.0 è la filosofia della collaborazione, della bidirezionalità. I contenuti sono generati dagli utenti, si possono scambiare, in un contesto di interattività assoluta.
Cambiando il concetto di spazio, cambia anche il concetto di “abitare” lo spazio e quindi il significato di cittadinanza, che si arrichisce di un nuovo valore, legato alla possibilità di usufruire della rete.

La conferenza del 10 marzo 2010, tenuta da Gianluigi Cogo è in perfetta continuità con la precedente conferenza, di cui approfondisce diversi aspetti, occupandosi in particolar modo della democrazia digitale, la e-Democracy. Essa, facilitata da tutta una serie di strumenti che prima non esistevano, ha rivoluzionato i rapporti fra chi governa e i cittadini.
La democrazia digitale è fatta di una costante partecipazione diretta dei cittadini, resa possibile dal web 2.0. Ma il web si è evoluto, in particolare, grazie a tre fattori importanti: 1.l’infrastruttura, ovvero la disponibilità di avere sempre una connessione; 2. la tecnologia, che ha messo a disposizione tutta una serie di strumenti semplici, fruibili, come palmari, i phone, portatili; 3. la cultura digitale, animata da un desiderio presente fin dall’antichità, che è quello di voler condividere conoscenza, idee, senza il quale tutto il resto non avrebbe senso.
Il web 1.0 era unidirezionale, non favoriva la partecipazione, non dava agli utenti la possibilità di interagire; mentre nell’era del 2.0 la collaborazione di tutti gli utenti permette di produrre conoscenza. Le idee nascono dall’insieme delle persone, dalla loro interazione.
Questo nuovo approccio alla rete ha cambiato i rapporti tra politici, membri del governo e cittadini in diversi paesi, in particolare negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove i cittadini grazie a strumenti come “Fix My Street”, “My Byke Lane”, “Rate My Cop” segnalano direttamente problemi, guasti, infrazioni.
In Italia, dove si è ancora molto legati all’uso dei media tradizionali (televisione, radio, giornali), purtroppo la pubblica amministrazione e il mondo politico in generale sono ancora piuttosto arretrati. Ci sono, tuttavia, segnali che anche qui in Italia qualcosa si sta muovendo. E ancora una volta, l’iniziativa parte dal basso, dai comuni cittadini che decidono di prendere l’iniziativa, di partecipare attivamente, di dare il loro contributo per migliorare il benessere dell’intera comunità, facendo proprio il motto del presidente J.F. Kennedy “Non chiedetevi cosa può fare il vostro Paese per voi, ma chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro Paese”; mi riferisco, in particolare ai “40 per Venezia”, “Mobilità Palermo”che sono importanti esempi di democrazia dal basso attuata attraverso l’utilizzo della rete. E con le enormi potenzialità che offre il web 2.0, si possono davvero ottenere risultati straordinari. L’importante è partecipare! E’ un diritto e un dovere dei cittadini digitali.

Serena Fin 269012

Durante il primo incontro con Michele Vianello, sono stati esposti da subito i tre principali temi di cui si è parlato: Venezia, Web 2.0 e come ultimo punto, ma non per questo meno interessante, della cittadinanza in rete. La prima domanda che ci viene posta è quella riguardante Venezia: è possibile innovare Venezia? La risposta è positiva, e ci viene di conseguanza spiegata come l' innovazione in una città sia data, non tanto dallo spazio che vi si può creare, ma dalla capacità di connettersi in tale luogo. Risulta così chiaro di come componenti quali spazio, quantità o numero di persone non siano realmente il punto forte di una città se questa non ha connettività. La situazione generale delle cose cambia: si passa da una visione verticale ad una cosidetta orizzontale: ancora una volta SI PUNTA ALLA COLLABORAZIONE. Ed è proprio questo che è reso possibile dal web2.0, secondo punto del dibattito. Sono quindi quelle città dotate di rete a banda larga e wi-fi che fanno la differenza: hanno infatti a loro vantaggio un enorme strumento di progresso ed è proprio qui che nasceranno imprese, creativi e giovani di successo. Si basa dunque su queso la cittadinanza in rete: sulla capacità di accedervi.
Particolare attenzione viena posta sul Web 2.0, nonchè l' approccio alla rete, basato su dialogo e scambi di informazioni continui. Lo sviluppo di questo dialogo è dato soprattutto da quelle piattaforme, come ad esempio Twitter oppure Facebook , che permettono di parlare e discutere, talvolta anche tra sconosciuti. Vianello ci fa notare alcune di queste piattaforme che noi tutti conosciamo: Youtube, che rompe qualsiasi equilibrio dei media tradizionali, flickr, dimostrazione del costo ridottissimo dello storage...wikipedia, esempio massimo di collaborazione. etc. A mio parere, l' espressione "i contenuti vengono genarati dagli utenti", usata da Vianello,ci fa capire come noi tutti siamo un pezzo del puzzle, o per meglio dire, un filo della rete.
Il tema affrontato durante il secondo incontro con Gianluigi Cogo, è quello della democrazia digitale o elettronica. La discussione inizia per l' appunto con la spiegazione del termine edemocracy,tenendo in considerazione sia la versione fornita da wikipedia in lingua italiana, che quella presente su wikipedia in lingua inglese. Nella versione in italiano ci viene fatto notare un errore: il termine "democrazia elettronica" viene infatti confuso con "voto elettronico". Un aspetto che lascia riflettere è anche il diverso approccio che le culture hanno con la democrazia elettronica: il comportamento anglo-sassone è differente dal nostro. Noi tendiamo per lo più a volere qualcosa di cui abbiamo bisogno ed a pretendere dei servizi; diversamente da noi, gli anglo sassoni, durante tutto il ciclo di mandato, aiutanto i politici. Per loro l' aspetto fondamentale è il DARE: si rendono veramente conto del fatto che se probabilamente si trovano su questo palinsesto digitale, hanno probabilmente anche dei doveri. Loro considerano si le loro esigenze, ma anche cosa possono offrire in cambio.
Molto imporanti in questo campo sono anche i media sociali, ovvero quegli strumenti altamente abilitati, di cui noi tutti ci avvaliamo, che favoriscono la partecipazione delle persone, diventando così utili anche all' esercizio della democrazia diretta. Analizzando questo primo punto, affrontato da Cogo, notiamo di come noi tutti dovremo ricordarci del gesto del dare e non solamente di quello del pretendere. Sarebbe bene ogni tanto ricordarsi che lo Stato non è una cosa esterna a noi, ma siamo noi stessi a farne parte e spetta soltanto a noi migliorarlo...e, perchè no, anche attraverso i media sociali.
Parte interessante del discorso è quella, piu in generale, sul Web e ci viene apertamente consigliato di non dar mai nulla per scontato: il Web e tutto il suo contorno di media sociali infatti, non è sempre stato cosi come oggi lo vediamo noi nuove generazioni ma, ovviamente, un tempo la faccenda era diversa. All' inizio internet era un social media esattamente come gli altri, paragonabile ad esempio alla televisione o alla radio, o a tutti quei media cosidetti monodirezionali, per diventare dopo anni e anni il media sociale per eccellenza quale è. Il cambiamento è stato permesso fondamentalmente da tre aspetti. Per prima cose le infrastrutture hanno creato e dato la disposizione di connettività: hanno fatto si che le "autostrade telematiche " fossero disponibili a tutti. Come secondo aspetto vediamo la tecnologia, che ha permesso l' uso degli strumenti facendoli diventare piu "usabili" e alla portata di chiunque: Cogo si spiega da solo dicendo "se una cosa è difficile da usare non avrà mai successo". Infine, oltre all' importanza data alla semplicità, viene considerata fondamentale anche la collettività, nonchè la capacità di arrivare ad un aproduzione collettiva dell' economia della conoscenza. Punto spiegato molto bene è stato anche quello della differenza tra Web1 e Web 2: semplicemente spiegando che, con web 1 si poteva cercare qualcosa, mentre che con web2 si cerca invece qualcuno. La collettività DEVE essere cercata per creare così quei benefici collettivi che di consegnuenza diventano anche individuali. La partecipazione deve però essere spontanea come abbiamo visto in alcuni esempi, quali fix my street, spot.crime,rate my cop oppure rate m teacher nei quali sono dei siti al servizio dei cittadini costriuti dai cittadini stessi.
Il migliore contesto per favore il circolare e lo scambio di queste idee è senz' altro il barcamp, ovvero una "non conferenza" tematica o generalizzata, dove, ancora una volta, tutti insieme si discute di un argomento proposto prima.

Andrea Checcarelli 269484

Dopo i due interventi da parte di Michele Vianello e Gianluigi Cogo ho riflettuto molto sulle possibilità di comunicazione che abbiamo a disposizione grazie alla rete. Molte delle piattaforme di condivisione da loro elencati le conoscevo già ( FACE BOOK; YOU TUBE; WIKIPEDIA; TWITTER; ecc) e devo dire anche che ne faccio molto usa. Tuttavia nn mi ero mai reso conto delle grandi possibilità che stanno dietro questi social network. E' fantastico sapere che possiamo venire a conoscenza, in tempo reale, che cosa pensa una persona, vari notizie che succedono in tutto il mondo, o essere aggiornati sui piccoli problemi che riguardano la nostra città. Inoltre da queste informazioni possiamo intervenire dando la nostra opinione, dando consigli, o dare notizie aggiuntive dialogando direttamente con gli interessati.

E' incredibile pensare come le cose siano cambiate in pochi anni. Solo parlando con i nostri genitori di questo argomento ci accorgiamo della loro difficoltà nell'approccio a queste nuove realtà di comunicazione. Si può parlare di una vera e propria rivoluzione . In pochi anni siamo venuti in possesso di strumenti di connettività sempre più avanzati e facili da usare che ci permettono di stare sempre in contatto con la rete. Questo ci consente di avere e dare informazioni quando e dove vogliamo. In poche parole, riprendendo un' espressione di Michele Vianello, vieni a crearsi una “contaminazione di informazioni”.

Ciò nonostante questo processo di comunicazione non si può dire che si ancora a pieno regime. Non tutti hanno una ADSL abbastanza potente che permette un gran numero di scambio di dati, altri addirittura non la possiedono neanche. Inoltre i luoghi in cui ci si connette di solito sono pochi: casa, università e qualche biblioteca. A meno che tu non abbia un I-PHONE o uno strumento analogo, che ti permette di essere connesso ovunque a caro prezzo, la condivisione di informazioni non è accessibile a tutti e ovunque. La nostra pubblica amministrazione dovrebbe lavorare molto su questo aspetto dando internet a tutti su BANDA LARGA e WI-FI diffuso sulle grandi città. C'è chi afferma che in questo modo l'Italia e molti altri paesi potranno uscire dalla crisi. Abbattendo ogni tipo di confine spaziale. Si potrà comunicare e interagire, sopratutto nel modo lavorativo, con tempi sempre più brevi in una società che richiede sempre più ritmi elevati.

Concludendo voglio lanciare una sorta di provocazione: Ma non si rischia di essere troppo dipendenti dalla rete? Sicuramente si deve lavorare molto su questo aspetto. Penso che non ci si possa ancora affidarsi pienamente al web, che lo vedo ancora troppo vulnerabile. Basti pensare agli innumerevoli FAKE presenti nella rete, e ai vari tipi di AKER capaci di sconvolgere tutto il sistema infomatico. Il prossimo passo quindi deve essere l'introduzione di buone norme che permettono di interagire e comunicare nel web in modo sicuro e trasparente.

Giorgia Riva 269406

1^ ESERCITAZIONE
Grazie al corso Informatica e Disegno Digitale abbiamo avuto l'opportunità di assistere a due conferenze: la prima tenuta da Michele Vianello e la seconda da Gianluigi Cogo. Il filo conduttore che lega i due relatori è naturalmente internet di ieri e quello di oggi; ciò che caratterizza il Web 2.0 è la possibilità di uno scambio diretto tra gli utenti, di idee, informazioni libere e gratuite, c'è un rapporto biunivoco dove l'utente è al centro ed è egli stesso il protagonista della rete. Il precedente Web 1.0 invece instaurava un rapporto univoco con gli utenti. Michele Vianello ha insistito su tre punto fondamentali: Venezia e la sua grande possibilità di sviluppo, il Web 2.0 e la cittadinanza digitale. Per quanto riguarda l'innovazione di Venezia egli ci mostra come l'economia mondiale stia cambiando; lo spazio diventa superfluo a favore dei bit, ovvero la quantità di informazioni che la comunità riesce a scambiare e a condividere per una collaborazione tra gli utenti a 360°. Non solo, Vianello ha messo in luce i Social Network come Facebook, Twitter e Linkedin i quali non sono esclusivamente strumenti di svago ma anche mezzi per una comunicazione veloce e in tempo reale, i motori di ricerca come Google e la possibilità di accedere sempre ad una enciclopedia libera come Wikipedia  a dimostrazione degli enormi vantaggi che internet ci può dare e del fatto che essi esistono grazie a noi, alla nostra partecipazione in rete e all'assiduo uso che ne facciamo ogni giorno; inoltre ci ha parlato di piattaforma messe in atto per agevolare un rapporto di miglior comunicazione tra i cittadini e la pubblica amministrazione. Tutto questo si è potuto realizzare grazie agli enormi passi avanti della tecnologia e all'accessibilità che questa ha raggiunto ( se pensiamo al film "i pirati di silicon valley" capiamo subito a che cosa ci si riferisce, ma senza andare troppo lontano basti pensare a quante famiglie possedevano un computer solo 15 anni fa) e all'avvento di internet a banda larga e al sistema wi-fi che troviamo ormai in quasi tutte le grandi città. 
Il tema principale di cui ci ha parlato G. Cogo è l'e-Democracy, la democrazia virtuale e il modo in cui quest' ultima stia influenzando la partecipazione dei cittadini alla democrazia, che oggi avviene grazie a supporti tecnologici. Il cittadino ha a sua disposizione un nuovo modo per comunicare con la dirigenza, la quale non gode più di un suo status intoccabile ma è costantemente sorvegliata e controllata dall'intera comunità tramite richieste, segnalazioni ecc. ... Sempre lo stesso Cogo si è soffermato sull'importanza che sempre di più sta assumendo il reciproco rapporto, basato su diritti e doveri, tra i suddetti enti pubblici e gli utenti che si avvalgono di questi servizi offerti dalla rete: su entrambi i fronti ci dev' essere la consapevolezza che l'avvento del web 2.0 ha portato enormi vantaggi, tra i quali va ricordata la possibilità di condividere  e comunicare liberamente ( entro i limiti del buon senso e dell' educazione) informazioni, idee e opinioni su scala globale.

Anna Pagliaro 268976

Durante le lezioni di informatica abbiamo assistito all’intervento di Michele Vianello e Gianluigi Cogo, i quali ci hanno illustrato in maniera professionale, seppur comprensibile, le tematiche e le conseguenze legate all’uso della rete che, oggigiorno ,ci riguardano in prima persona e sono destinate a cambiare i rapporti di comunicazione umana.

Michele Vianello, il primo relatore, direttore del parco tecnologico scientifico 2.0, ha incentrato il suo intervento su tre punti fondamentali: Venezia ed il suo possibile rinnovamento, il concetto di 2.0 ed il concetto di cittadinanza nostri giorni.

Riguardo all’innovazione veneziana vengono esposti due paramatri: Green Economy e bit; su quest’ultimo si insiste molto. Infatti emerge una nuova concezione di economia non più fondata sullo spazio, bensì sui bit, ossia le quantità di informazioni; da ciò nasce la frase coniata da Nicolas Negroponte: “l’economia è quella dei bit, non degli atomi”. Un fulgido esempio è dato da Google, il cui impero economico è fondato su un algoritmo. Alla luce di questi fatti si può applicare la stessa innovazione alla spazialmente e strutturalmente intoccabile Venezia.

Il web 2.0 è un approccio alla rete diverso rispetto a quello arcaico unidirezionale; ora ci troviamo di fronte a piattaforme che permettono una comunicazione pluridirezionale. La comunicazione si è dunque trasformata da classica conferenza a dibattito, dando luogo ad uno scambio di informazioni molto più democratico. Ciò è possibile se e solo se sono accessibili strumenti di connettività e possibilità di archiviare dati.

Grazie alla rete anche l’economia ha subito una mutazione, seguendo la logica della long tail in cui vediamo privilegiato il numeroso acquisto di un bene piuttosto di pochi e costosi.

Vianello presenta alcune delle piattaforme di comunicazione più famose quali facebook, twitter, flickr, tripadvisor, wikipedia ecc… Egli inoltre espone alcune iniziative di piattaforme riguardanti la pubblica amministrazione e servizi pubblici di un dato comune o città, i quali si basano sulle segnalazioni date dai cittadini e loro consigli al fine di migliorare il benessere pubblico.

Gianluigi Cogo , nel suo intervento ha illustrato l’evoluzione dell’influenza del web nella vita dei cittadini e, soprattutto, il cambiamento del ruolo di questi ultimi all’interno della società.

Difatti grazie alla diffusione di Internet, e il moltiplicarsi dell’accesso alla rete, stanno radicalmente cambiando i metodi di comunicazione e la gerarchia amministrativa . secondo quanto affermato da Cogo, ormai l’amministrazione non si sta limitando a fare i conti con sé stessa, bensì si trova obbligata a far fronte alle sempre più incalzanti richieste dei cittadini, come avviene in Canada. Dunque la rete sta apportando enormi e non sottovalutabili cambiamenti nella comunicazione tra singolo e dirigenza, in quanto essa deve sottostare alle richieste ed esigenze di questi, piuttosto che godere di una propria autonoma intaccabile e non criticabile. Come dice Cogo, ci troviamo di fronte ad un nuovo Medioevo, in cui il singolo uomo riscopre la sua centralità, cambiamento sentito a tal punto da spingere il Times a dedicare nel 2006 al singolo cittadino il ruolo di uomo più importante dell’anno.

L’accesso alla rete ed il suo utilizzo implicano la sempre più crescente cooperazione e condivisione di contenuti tra gli utenti; un esempio lo possiamo trovare in Wikipedia, apoteosi della collaborazione tra utenti. Ora esistono servizi che consentono il contatto diretto e immediato con l’amministrazione, al fine di ottenere maggiore ausilio vicendevole all’interno della comunità.

Il relatore conclude il suo intervento menzionando il Barcamp, evento che tocca direttamente Venezia e la nostra facoltà, grazie all’iniziativa promossa dal nostro corso.

Gianluigi Cogo illustra l’apparente non senso del Barcamp, essendo questo una “ non conferenza”, tuttavia mette in evidenza l’occasione di rompere le barriere tra le persone per avere uno scambio di idee multi direzionale, anziché, come avviene nelle convenzionali conferenze,una comunicazione unidirezionale.

Gli incontri sono stati interessanti, fornendo a noi studenti, nuove informazioni sul mondo della comunicazione del web, senza le quali, nel giro di pochi anni, saremo tagliati fuori dal mondo del lavoro.

Pontello Gino 269032

1^ esercitazione
Perno principale delle relazioni tenutesi nelle giornate del 3 e 10 marzo è stata la capacità di comunicazione portata dal mondo virtuale.
Il web amplifica e crea nuovi spazi per il dialogo, lo scambio di informazioni e più genericamente lo scambio di idee e di conoscenza.
L’evoluzione del mondo digitale ha spostato l’equilibrio dell’attività economica, per produrre non sono più necessari luoghi fisici, non è più la quantità e il numero di operatori a fare la differenza, ma fondamentali sono le idee e la possibilità di diffonderle il più velocemente possibile.
Questo è però possibile solo se la connessione è garantita in qualsiasi momento e ovunque, le città che si dotano della banda larga offrono a coloro che vogliono costruire un’ impresa una piattaforma indispensabile e oltretutto favoriscono lo sviluppo di una economia sostenibile, che non consuma più territorio, ma mette in movimento idee. In una città come Venezia, dove lo spazio fisico è del tutto esaurito, questo sembra essere l’unico modo per sviluppare l’attività produttiva, non di beni, ma di idee e servizi.
Il web nasce come un terzo media, come una fonte di notizie per gli utenti a fianco dei più tradizionali giornali e televisioni. In questo sistema le informazioni viaggiano verticalmente, possono solo essere recepite così come sono, senza la possibilità di interagire. Il progresso della ricerca in campo tecnologico ha permesso di passare ad una nuova concezione del web, il così detto web 2.0, ora l’informazione non viaggia più in un unico verso, ma si è creata una fittissima rete di scambi di idee ed informazioni fino a qualche anno fa impensabili. Il web non è più fatto da poche persone che mettono in movimento quei contenuti che meglio credono, ma qualsiasi fruitore della rete può aggiungere la sua opinione o commentare quella degli altri venendo a creare un dialogo indispensabile per il processo di creazione di nuove idee.
Le enormi energie profuse nell’innovazione tecnologica, nella diffusione della copertura della rete e nella diffusione della conoscenza del mondo digitale stanno rendendo questo mondo sempre più versatile, e sempre maggiori applicazioni trovano impiego nella vita di tutti i giorni. Le nuove frontiere aperte del web interattivo in particolar modo dai social network, trovano una ottima applicazione nella gestione della così detta “cosa pubblica”. La rete diventa strumento di democrazia, come già succede in molti paesi, il cittadino non partecipa alla vita dello stato solo esprimendo il proprio voto al momento delle elezioni, ma collabora con la pubblica amministrazione facendo presente quali sono le esigenze reali del cittadino e notificando l’insorgenza di nuovi problemi. La condizione di cittadino virtuale porta anche dei doveri , l’utente non delega più la risoluzione dei propri problemi al rappresentante politico che ha votato , ma deve collaborare con lui alla loro risoluzione.
La mancanza di filtri alla comunicazione e di censure potrebbe far pensare al web come a un mondo popolato di contenuti inutili o addirittura dannosi, ma, essendo esso costituito da persone ,e non governato da macchine, possiede propri metodi di autoregolazione per cui tali contenuti vengono automaticamente esclusi dagli utenti stessi, come se la dimensione virtuale agisse secondo una sorta di codice etico, che in realtà è stabilito da coloro che operano in essa.

Nicola Fortunati 268876

1^ Esercitazione:

Gli incontri avvenuti durante il corso "Informatica e Disegno Digitale" nei quali sono intervenuti Michele Vianello e Gianluigi Cogo hanno avuto come tema principale la rete. Essa è stata descritta come conoscenza, fonte di opportunità, di lavoro ma soprattutto come il futuro. Ricordo un'affermazione di M. Vianello il quale dice che alla nascita preferirebbe venisse dato a ciascuno di noi un accesso alla rete piuttosto che una carta d'identità. A questo punto si può capire quanto questo strumento sarà ciò che ognuno di noi deve essere in grado di usare per vivere, o meglio, sopravvivere in un'era in cui il digitale diventa fondamentale.

La rete è stata presentata da entrambi i relatori come una bolla di conoscenza, un luogo virtuale in cui si scambia cultura, informazioni e più in generale dei contenuti di qualsiasi genere. Essa è in rapida evoluzione conta milioni di utenti, di tutte le età, che ogni giorno scoprono le possibilità offerte. Necessaria è stata per lo sviluppo della rete l'evoluzione che ha subito il web, distaccandosi dalla concezione unidirezionale che permette all'utente di ricevere dei contenuti solo da altri, per raggiungere un livello di continuo scambio di informazioni e contenuti che gli utenti stessi mettono a disposizione degli altri, il così detto Web 2.0.

Questo sistema è quello dei social network, le reti sociali nelle quali le persone hanno la possibilità di comunicare, teoricamente con tutto il mondo, con estrema immediatezza. Questi sistemi tuttavia non sono gli unici a fornire dei servizi interattivi con i quali l'utente può partecipare. G. Cogo nel suo intervento ci ha presentato il tema dell'eDemocracy, della democrazia virtuale. Questa parola esprime il concetto dell'immediata partecipazione alla democrazia da parte dei cittadini attraverso strumenti tecnologici. Ecco che l'utente non resta passivo ma persegue un fine che può variare: può essere quello, per esempio, di controllare l'operato dei politici oppure quello di segnalare agli stessi, o eventualmente alle autorità competenti, le disfunzioni che riscontra nella sua città. Il sistema IRIS permette ai cittadini veneziani di comunicare problemi di manutenzione urbana. Altri sistemi, citati durante l'intervento di Cogo, hanno in comune il fatto che nascono da comunità spontanee oltre oceano e non solo, di cittadini che si riuniscono tutti con lo scopo di rendersi attivi e sfruttare al meglio le possibilità offerte da questo strumento. La rete diventa quindi possibilità di uno sviluppo democratico dei paesi in cui è integrata come principale mezzo di comunicazione tra politico e cittadino.

M. Vianello ci ha illustrato le possibilità che la rete mette a disposizione delle aziende e degli stessi individui che la sfruttano nell'esercitare la propria professione. I servizi virtuali di "storage" a basso costo permettono lo sviluppo d'idee, algoritmi e tutta una serie di creazioni che non necessitano di spazio fisico, il quale perde valore, ma di spazio virtuale necessario per la diffusione delle stesse. Le grandi aziende possono avere un riscontro immediato da parte dei clienti riguardo alle loro produzioni che quindi possono essere modificate in tempi minori e aumentare di conseguenza un possibile fatturato.

La rete ha innescato una trasformazione. L'individuo non si accontenta più di quello che può ricevere dagli altri ma sente il bisogno di creare ciò che più ritiene importante da condividere con la speranza che sia riconosciuta una certa importanza alla sua creazione. La rete premia i talenti e allo stesso tempo li pubblicizza. Astenersi da una contaminazione con il digitale ormai è impossibile; ciò che è possibile è avvicinarsi a questo mondo con le idee chiare riguardo la sua utilità, utilizzare la rete è una cosa che tutti possono fare, usarla con la testa è fare un passo avanti. Dopo gli incontri fatti nelle prime lezioni penso di aver imboccato la giusta direzione, anche se una piccola esperienza l'ho già provata nel seguire la creazione di un blog che ha riscontrato un discreto successo nel piccolo comune di Spinea come supporto a un comitato di cittadini che vogliono bloccare la cementificazione indisciplinata delle ultime aree verdi rimaste.

Irene Biasiolo 269130

1^ Esercitazione

Negli incontri avvenuti nei giorni 3/03 e 10/03 2010 rispettivamente con i relatori Michele Vianello e Gianluigi Cogo si sono discusse varie tematiche che trattano del mondo parallelo e virtuale di internet.
In primo luogo si è parlato di come internet negli ultimi anni si sia evoluto dai primi siti web 1.0 al web 2.0.
Nei primi infatti il rapporto di informazione e relazione risulta sommariamente univoca; nei secondi invece chi ne fruisce diventa protagonista e fautore di informazione,il rapporto risulta quindi biunivoco. Con lo sviluppo di internet e di queste pagine web è stato reso poi necessario formulare un linguaggio canonico, standard e da ciò nasce il linguaggio HTML.
In secondo luogo sono stati sottolineati i Social Network (Facebook, Twitter), motori di ricerca (Google), enciclopedie virtuali (Wikipedia) come prove a dimostrazione che l’uso di internet è un grosso vantaggio per chiunque dando la possibilità di una comunicazione facile e veloce che elimina le barriere dello spazio e del tempo, ridotte in questo mondo virtuale ad un unico minimo comune multiplo che è il byte.
Quest’ultimi esistono perché siamo noi ad usarli. Se infatti noi non li utilizzassimo non ci sarebbe questo scambio e questa condivisione che permette al sito una continua trasformazione e un continuo miglioramento.
Condivisione ed informazione sono le parole fondamentali per descrivere internet, perché è grazie a questo che internet cresce e continuerà a farlo.
Infine un altro tema molto delicato e importante sviluppatosi in questi 2 incontri è stato quello della libertà di espressione. Spesso infatti ci si può imbattere in discussioni in cui sono presenti offese ed insulti, o in video che mostrano situazioni orribili ed oscene, quindi da ciò è nata la volontà di blocchi e censure all’informazione. Io ritengo che non sia giusto perché nel bene o nel male questa è l’informazione. Inoltre spesso accade in community che se un utente faccia uso di parole sconsiderevoli venga lui stesso isolato e lasciato stare dalla community.
Le critiche quindi che sono sorte da questi temi riguardano in primo luogo all’uso di internet in Italia.
Nel nostro paese infatti 3000 comuni non hanno ancora la possibilità di usufruire di banda larga, inoltre in problematiche sociali, civili e politiche l’uso di internet è poco se non quasi assente. È per questo che i relatori ci hanno portato l’esempio di Obama, che ha formato un sito della casa bianca in cui è possibile discutere con il presidente di tematiche scelte e votate dalla popolazione.
Internet è importante ed è vero che può diventare una potente trappola, ma basta saperlo usare con un po’ di intelligenza e moderazione.

Selene Basso 269262

USER GENERATED CONTENT
(1 ESERCITAZIONE)
"Le formiche hanno i megafoni", una frase di Chris Anderson, autore di The Long Tail, che riassume perfettamente uno dei concetti base che è stato affrontato durante la conferenza sia di Michele Vianello che di Gianluigi Cogo. Essi infatti hanno sottolineato l’importanza della nuova bi direzionalità data da web 2.0, il quale ha permesso un’amplificazione delle notizie e dei dialoghi, dando in questo modo ad ogni singolo cittadino la possibilità di far sentire la propria voce. Web 2.0, com’è stato ribadito da Michele Vianello, non è una tecnologia ma un nuovo approccio alla rete, che ha determinato un’importante cambiamento rispetto al dialogo unidirezionale di web 1.0, il quale non permetteva un confronto ed uno scambio di idee tra gli utenti. Questo cambiamento, secondo il relatore, è avvenuto grazie a tre importanti variabili ossia lo sviluppo di strumenti di connettività a prezzi abbordabili,lo sviluppo di piattaforme che consentono il dialogo e il costo notevolmente basso dello storage che dà la possibilità di archiviare una grande quantità di dati. I nuovi social media, come ad esempio face book, twitter ,linkedIn e tanti altri hanno permesso hai diversi utenti di scambiarsi notizie, idee ed opinioni per costruire qualcosa insieme. E’ grazie a questo nuovo tipo di connettività che, come spiega Michele Vinello, è necessario ridefinire altri due concetti basilari ossia quello di cittadino e di economia. Anzitutto in questa epoca il cittadino diventa tale quando ha la possibilità di accedere comodamente alla rete e può in questo modo usufruire di tutti i servizi che essa offre;è per questo motivo che le città devono possedere una rete a banda larga che sia in grado di permettere i processi di collaborazione tra le persone. Inoltre con l’avvento del web 2.0 vengono ridefinite anche le regole del marketing e dell’economia tradizionale; sempre Chris Anderson, direttore della rivista americana wired, infatti teorizza che le regole dell’economia nell’epoca della rete debbano essere riscritte, in quanto esse attualmente si basano sulle conversazioni e sulla collaborazione di più persone. La nuova economia infatti fa riferimento sia al concetto di gratuità, in quanto tutte le notizie che vengono fornite in internet sono gratuite, sia al concetto di economia del dono, dal momento che alcuni siti, come ad esempio wilkipedia o google, sono costruiti dalle persone e dalla loro cultura,decretando in questo modo il loro successo. Questo tipo di economia comporta una trasformazione della città, in quanto le aziende tendono a scegliere luoghi capaci di mettere a loro disposizione una maggiore possibilità di connettività, e quindi città che fanno della banda larga il loro successo. Nel corso di pochi anni il web è diventato evoluto e sociale grazie all’infrastruttura che permette di avere a disposizione sempre la connettività, alla tecnologia e alla cultura delle persone che hanno acquistato una maggiore conoscenza del mondo digitale. Quello che ho potuto quindi percepire è che la maggior parte del futuro nel campo del lavoro e dell’economia si basa principalmente sul web e su internet;l’economia infatti sta diventando una produzione collettiva dove ognuno di noi può contribuire con le proprie idee e le proprie opinioni. Personalmente non sono ancora molto pratica di questo mondo digitale ma ritengo comunque che esso offra un gran numero di opportunità per chi ne fa parte, permettendo ad ogni singolo utente di costruire con le proprie idee e con la collaborazione con gli altri una nuova economia, una nuova cultura ed un nuovo tipo di lavoro.

Fava Rita 269236

Iuav clasa
Corso di Disegno Digitale
A.A. 2009/10
Prof. Maurizio Galluzzo
Relazione sulle conferenze tenute da Michele Vianello e Gianluigi Cogo


1° Esercitazione

Uno scenario è definito come ambiente che fa da sfondo a un avvenimento; gli “scenari digitali” di cui si è discusso negli interventi di Michele Vianello rappresentano le opportunità che si aprono grazie all’espansione del fenomeno di utilizzo degli strumenti di connettività e allo sviluppo della cultura attinente a queste tecnologie. Infatti il digitale ha permesso il crearsi di una concezione inedita dello spazio, sia per quanto riguarda il suo valore nell’economia, sia nel campo delle relazioni tra persone e tra cittadino e istituzioni. Se il tema dello sviluppo è sempre stato legato all’occupazione dello spazio, nell’economia attuale conta di più il valore che si attribuisce alle informazioni, espresso in enti che possono essere considerati sostitutivi degli atomi, i bites, la cui trasmissione attraverso la rete è diventata fondamentale per costruire un’impresa: un esempio è quello di google, nato a partire da un algoritmo e cresciuto senza l’impiego di uno spazio concreto. Una situazione emblematica per la possibilità di evadere l’obbligo di sfruttare lo spazio inteso come materiale, per favorire la dilatazione di nuovi scenari che garantiscono connettività, è la città di Venezia: è un’area urbana che può permettere la combinazione della sostenibilità ambientale con la diffusione della banda larga e del wi-fi come strumenti di progresso, con cui è possibile essere sempre connessi con altre persone in modo da poter guadagnare un sistema di lavoro fondato sulla cooperazione; sistema che riesce ad essere più produttivo grazie all’appiattimento delle gerarchie dall’organizzazione verticale a quella orizzontale, in cui ogni idea possa trovare riconosciuto il proprio valore. Questo procedimento è valido anche per quanto riguarda la conoscenza, che in un contesto del genere non si pone più come postulato dall’alto ma è coinvolta in un confronto tra menti diverse; così la collaborazione genera una cultura del dono di cui è rappresentativa wikipedia.
Il contesto in cui si cala tutto ciò è quello di web 2.0, un approccio alla rete conseguibile grazie all’uso di strumenti di connettività, consentendo la creazione di piattaforme di dialogo (es. face book, twitter, linkedin …) e l’archiviazione di una grande quantità di dati. Anche l’informazione acquisisce un valore aggiunto, perché è possibile scegliere come attingervi e essere coscienti che essa viene presentata attraverso il filtro delle opinioni di chi ne fornisce il commento.
La rete può costituire anche l’infrastruttura che rende abilitante la democrazia partecipata, concetto introdotto da Gianluigi Cogo, il quale ha sottolineato l’importanza della connettività nel rapporto tra pubblica amministrazione e utenti: la corrispondenza tra diritti e doveri dei cittadini e fatti realizzati è in grado di trovare una attuazione più efficace attraverso lo svolgimento di un dialogo all’interno di un contesto digitale analogo a quello dei social networks, in cui vengono garantite trasparenza e bidirezionalità tra cittadino e ente pubblico, anche grazie al riconoscimento di quest’ultimo come insieme di persone che lavorano per garantire dei servizi.
In Italia l’evoluzione riguardo allo sfruttamento di questo tipo di risorse procede ancora lentamente rispetto ad altre nazioni europee perché è necessario lo sviluppo di una cultura digitale e di una concezione costruttiva di comunicazione tra istituzioni e cittadino.

Fiorin Alessia Matr: 269248

Fiorin Alessia
Elaborato relativo a conferenze del 3-10/03/2010

Grazie a questi incontri abbiamo potuto venire a conoscenza di un nuovo mondo, o meglio di vederlo più da vicino e con occhi diversi. Questo “nuovo mondo” è chiamato “Web 2.0”, è un nuovo approccio alla rete che ci migliora la vita e che ha ancora delle potenzialità enormi, che potrebbero essere sfruttate in moltissimi ambiti. Per primo il prof Vianello ci ha esposto nella sua conferenza questo tema, spiegando che nell’immediato è anche uno strumento di connettività che consente innanzitutto il dialogo (es. Facebook il più usato), permette il mash-up (usare strumenti e software diversi) e un costo bassissimo di storage (salvataggio dati). Un altro aspetto importante da considerare è l’origine di questo nuovo web, che ne determina poi il suo incredibile successo, e cioè il fatto che esiste poiché siamo noi ad alimentare e rinnovare il web con i nostri contenuti. Questo meccanismo viene chiamato anche “user generated contents”. Il prof Michele vianello ha inoltre esposto la questione sulla possibilità o meno di poter innovare Venezia. Tema interessante e che ha permesso di capire in che direzione stia andando il futuro e cosa dovremmo fare per seguirlo. Le chiamano Smart cities, e sono le città che fanno della rete il loro strumento di sviluppo, poiché nel futuro non ci saranno più società e imprese che si sviluppano solo nello spazio fisico (“economia degli atomi”) ma imprese che necessitano piuttosto di banda larga, permettendo uno scambio veloce di informazioni. Questo potrebbe quindi diventare il futuro di Venezia, città con limitato spazio e che nel corso degli anni ha registrato un blocco dello sviluppo di imprese per questa carenza, ma che grazie a quest’opportunità si può innovare e creare una nuova economia basata sulla conoscenza e sulla capacità di trasmettere idee, e che inoltre concilia la sostenibiltà dell’ambiente . Infine ci spiega cosa accade quando la tecnologia viene applicata al servizio dei cittadini, presentandoci appunto il progetto IRIS, che permette ai cittadini di comunicare direttamente all’amministrazione eventuali problemi o segnalazioni attraverso il web.
La conferenza del prof cogo invece, comincia con l’introduzione al tema della democrazia digitale. Esempio di questa è l’enciclopedia virtuale Wikipedia, dove ognuno di noi può apportare modifiche in tempo rapidissimo. Come ogni democrazia abbiamo noi “cittadini digitali” dei diritti ma anche dei doveri. Ecco quindi che nasce a questo scopo il progetto “40 per Venezia” , progetto che permette a qualsiasi cittadino di parlare degli stessi temi di cui discute l’ amministrazione comunale e di entrare in contatto con loro proponendo o criticando questioni. Altro strumento di democrazia diretta è inoltre “fix my street” che tradotto significa “aggiustami la strada”, cioè i cittadini comunicano eventuali problemi geolocalizzando il luogo attraverso la rete. Questo permette di renderepiù veloce la risoluzione dei problemi, ma soprattutto permette a noi cittadini di entrare in comunicazione diretta con l’amministrazione.Oltre a questo il web di nuova generazione permette di avere voce in capitolo e favorisce la circolazione di idee, sfruttiamo quindi questa grande opportunità.

chiara pellizzaro matricola:269448

PRIMA ESERCITAZIONE

Durante l’incontro con Vianello si è parlato molto di web 2.0 e della sua utilità al giorno d’oggi. Web 2.0 è un approccio alla rete, al web. Fino a qualche anno fa la rete non consentiva un’interattività fra persone, e l’unica forma di dialogo che poteva esserci era la posta elettronica. Web 2.0 è un approccio totalmente diverso dato da almeno tre variabili: lo sviluppo di strumenti di connettività a prezzi abbordabili; lo sviluppo di piattaforme (soprattutto nelle città) che consentono il dialogo; la possibilità di usare prodotti sviluppati da software houses diverse. Da poco sono nati degli strumenti che consentono il dialogo tra milioni di persone, senza filtri, e funzionano grazie al loro continuo utilizzo e al loro continuo aggiornamento da parte degli utenti: facebook (piattaforma di dialogo), twitter, you tube, fleeker, wikipedia, google, ebay. Web 2.0 consente nel campo economico un collegamento diretto tra consumatore e fabbrica, con la vendita di solo ciò che il consumatore chiede. Sempre in campo economico ha avuto una sostanziale influenza poichè grazie alla rete ora non serve più avere grandi spazi per costruire un’azienda, ma basta essere in collegamento per la trasmissione di informazioni e idee.
Gianluigi Cogo ha discusso di un altro argomento, sempre collegato al tema trattato da Vianello precedentemente: la democrazia facilitata (digitale). In altre parole, ora, grazie alla rete, al web, si ha la possibilità di avere facilmente un collagamento tra cittadino e stato, questo per migliorare quelli che sono i veri bisogni della popolazione, e per rendere quest’ultima più partecipe all’amministrazione del proprio Paese. I media sociali (facebook,you tube,...) portano ad una democrazia diretta poichè sono strumenti altamente abilitanti che favoriscono la partecipazione individuale o in gruppo delle persone. è proprio questo che differenzia il mondo di adesso rispetto a quello di qualche anno fa: prima infatti c’era una semplice informazione monodirezionale, ora invece si ha la possibilità di comunicare con tutti in qualsiasi momento. Tutto questo si ha principalmente grazie a tre fattori: l’infrastruttura (avere a disposizione sempre la connettività), la tecnologia (l’evoluzione tecnologica per facilitare l’utilizzo di computer,telefoni,...) e la cultura. Quindi la differenza sostanziale rispetto al passato, quindi rispetto a web1, è che web2 consente uno sviluppo relazionale tra i vari utenti, lasciando piena libertà a chi esprime le proprie opinioni.

Eric Nimi Kithima 269400

Durante il corso di Informatica si sono tenuti due incontri con due esperti : Michele Vianello (tre marzo 2010) e Gianluigi Cogo (dieci marzo 2010), venuti a parlarci del Web come strumento di crescita e di sviluppo.
Ormai quasi tutti noi comunichiamo attraverso social Network come facebook twitter o linkeding e questo è stato possibile grazie allo sviluppo della rete veloce, rete che però almeno qua in italia presenta ancora delle notevoli lacune, infatti al contrario di quasi tutte le altre nazioni sviluppate (Regno Unito in testa) l’Italia è uno dei pochi paesi ad avere ancora zone periferiche con la linea a 64k,considerando che ormai l’internet viene usato da ormai molti enti pubblici e privati mi chiedo come sia possibile che nel 2010 non ci sia una uniformità della rete; è veramente ridicolo che mentre qui si sta affrontando il problema di unificare la rete in altri paesi si stia cercando di migliorare l'efficacia della rete veloce.
Questo distacco è dovuto al fatto che l’Italia investe ben un terzo i meno rispetto agli altri paesi, mi chiedo come questo sia possibile considerando che l’internet è il futuro anzi direi che l’internet è il presente.
Ormai è evidente che le città con il maggior numero posti di lavoro e di lavoratori stessi ,e con la più elevata possibilità di sviluppo in quasi tutti i settori sono le città con una rete veloce le così dette “smart cities”.
Internet per le nuove generazione è uno strumento ormai d’obbligo basta vederne l’uso didattico,non molto tempo fa in una scuola superiore un preside aveva iniziato a comunicare con i genitori degli alunni tramite un sito internet dove venivano messi voti e assenze dei vari studenti e i genitori almeno da quello dichiarato durante le interviste sembravano gradire perciò potrebbe essere che il sistema venga utilizzato da altri istituti.
Oltre a questo l’internet per molti giovani è anche l’unica fonte di “sapere” di venire a conoscenza delle notizie che avvengono giorno dopo giorno, ci si è anche molto avvicinati alla politica perché sempre grazie ai social network si possono esprimere i propri pareri e le proprie paure sul futuro che ci attende senza aver qualcuno di fronte a giudicarci, quindi anche quelli che prima stavano in silenzio ora fanno sentire la propria voce.
In conclusione credo che il mondo dietro l’angolo sia un mondo basato sulla tecnologia e quanto prima saremo in grado di utilizzarla al meglio, quanto prima riusciremo a colmare il “gap” che ci separa con il resto del mondo

Gabriel Josè Maria Ferro 269056

“Finisce un epoca in cui lo spazio è ciò che fa la differenza”; così Michele Vianello, direttore generale del VEGA, intervenendo in aula il 3 Marzo scorso, argomenta uno dei tre punti focali su cui ci ha invitato a riflettere durante l’incontro tenuto. Il Direttore generale del VEGA si è inizialmente interrogato sulla reale possibilità di “innovare” a Venezia: Michele Vianello ha dato una chiara risposta affermativa sostenendo che proprio in una città in cui l’innovazione sotto il punto di vista “materiale” è quasi pari a zero, lo sviluppo è possibile proprio perché stiamo vivendo un epoca in cui grande forza è assunta dalla spazialità dei bit e sulla “conoscenza e capacità di trasmettere idee”. Ma come trasmetterle queste idee? Viene qui introdotto il secondo punto del dibattito, presentando il mondo “web 2.0” come funzionale canale di dialogo e interscambio dove molto più facilmente possono essere trasmesse idee, archiviati dati e offrirsi in modo competitivo nel mondo del lavoro; ciò avviene grazie alle diverse piattaforme che, a costo zero, mettono in comunicazione persone diverse in paesi diversi. Alcune di queste piattaforme, quali ad esempio “youtube”, negli ultimi anni hanno rotto il tradizionale modo di comunicare aprendo nuove frontiere e creando nuovi canali della comunicazione. Michele Vianello ha offerto, sviluppando il terzo punto focale dell’incontro, l’occasione per un interessante riflessione: cos’è la cittadinanza? Quando si può parlare di cittadino? Secondo il direttore generale del Vega, oggi, si può parlare di cittadino quando esso ha la possibilità di accedere ad internet gratuitamente. Interessante e condivisibile idea che darebbe a tutti la possibilità di entrare nel mondo web e poter proiettare una parte della propria identità su nuovi e più veloci canali di comunicazione.
Sullo stesso filone si è tenuto l’intervento di Gianluigi Cogo che ha avuto come leitmotiv il ruolo del cittadino all’interno del mondo 2.0. il cittadino come partecipante attivo della democrazia, una democrazia e una burocrazia proiettate realmente sul digitale, ove sia possibile per esempio anche votare via web, favorendo potenzialmente la partecipazione dei giovani. Il cittadino che si proietta e si muove nel mondo digitale deve sottostare a dei doveri e ad una partecipazione attiva, anche nel “guidare” l’azione di governo durante il mandato e non solamente al momento della scelta politica. Gianluigi Cogo si è soffermato sul ruolo fondamentale che assumono i media sociali nel momento in cui riescono a coinvolgere il maggior numero di gente possibile che sia attiva per il comune sviluppo della società. Credo che questi incontri siano stati, sono e saranno utili perché si offrono come delle finestre su quello che è il mondo verso il quale, se magari ancora non lo siamo completamente, domani saremo.

Matteo Genesin 269119

1° ESERCITAZIONE: gli incontri con Michele Vianello e Gianluigi Cogo


Nei due incontri svoltisi all' inizio di Marzo con Michele Vianello e Gianluigi Cogo, si è parlato del web 2.0 e di come questo strumento di comunicazione stia cambiando il modo di relazionarsi, di comunicare, di concepire l'economia e l'organizzazione stessa della città e della società.

Michele Vianello, direttore del Parco Scientifico tecnologico di Venezia, distingue nel suo discorso tre grandi temi: Venezia come caso pratico di una città dove si possa innovare(1), il web 2.0(2) ed infine la cittadinanza digitale(3), cioè come una persona possa sentirsi cittadino solo se può avere pieno accesso alla rete.
(1)La domanda da porsi, dice Vianello, è: Venezia è una città dove si può innovare? Innanzitutto bisogna definire il termine INNOVAZIONE. Per fare ciò si delineano due parametri: quello della green economy e quello dei bit.
Per green economy intendiamo l'innovazione della tecnologia che pensa anche alla sostenibilità ambientale.
Nell'economia della conoscenza, inoltre, lo spazio materiale conta poco in quanto la cosa più importante sono i bit che la rete riesce a trasmettere. La nuova economia, dunque, non è più quella che si serve di atomi, ma quella che utilizza i bit per condividere idee.
Venezia, perciò, può essere considerata una città sede d'innovazione, in completa associazione con la sostenibilità ambientale: non serve lo spazio materiale, ma sono indispensabili, d'altro canto, rete ed idee.
(2)Per poter permettere tutto questo si è sviluppato il web 2.0: esso non dev'essere considerato come una tecnlogia, bensì come un approccio alla rete.
La generazione di web precedente non era una generazione di dialogo; web 2.0, invece, si articola proprio su questo tema, e si basa su tre punti fondamentali:
- lo sviluppo di strumenti di connettività a prezzi abbordabili;
- lo sviluppo di piattaforme che consentono il dialogo ed il mash up (possibilità di usare prodotti sviluppati da software house diversi e miscelarli fra di loro);
- il costo bassissimo dello storage;
Grazie a strumenti di consivisione ed informazione quali Facebook, Tweeter, Linkedin, YouTube, Flickr, Wikipedia, Google ed eBay, la gente riesce ad interagire fra di loro in modo più veloce ed efficente, collaborando e rendendo visibile a tutti il lavoro svolto.
Web 2.0 funziona, infatti, proprio perchè gli utenti lo usano e generano contenuti, cosa che con il web precedente con accadeva in quanto solo chi lo amministrava poteva aggiornarlo.
Questo modifica profondamente l'economia, ed è ciò sul quale la Apple,ad esempio, ha puntato per creare l'Apple store: se si è interessati ad una canzone non è più indispensabile dover comprare l'intero album, ma è possibile scaricare la singola canzone dal web ad un prezzo irrisorio. Questo, però, fa si che ci siano milioni di download, creando dunque un business enorme. Questo concetto di economia è denominata "The Long Tail" (la lunga coda).
(3)Per fare tutto questo, però, è indispensabile che le città possiedano un facile e veloce accesso alla rete tramite la banda larga ed il wi-fi. Per sentirsi a pieno cittadini, per poter dialogare con i proprio amici, iscriversi a diverse attività, partecipare ad un "dialogo" più ampio, c'è bisogno della rete; questo crea più chance di vita nel cittadino odierno, ed ha cambiato radicalmente la nostra vita.

Nell' incontro con Gianluigi Cogo, invece, il discorso si è facolizzato principalmente sul tema della democrazia digitale, che ha cambiato il rapporto fra il cittadino e la pubblica amministrazione, e sull'evoluzione del web che ha permesso questo. Tutto ciò è favorito sia dal rapporto che la nuova generazione ha con il digitale, sia da tutta una serie di strumenti che permette questo "dialogo".
Con la prima generazione di web, Internet era come i media tradizionali: il web aveva una struttura unidirezionale , come gli altri mainstream.
Web 2.0, al contrario, si è evoluto diventando un web sociale; questo è stato realizzabile grazie a tre fattori: le infrastrutture (ciò che ci permette di aver accesso alla rete); la tecnologia (l'evoluzione degli strumenti per poter accedere alla rete); la cultura. Se parliamo ad una generazione di sottosviluppati digitali, infatti, ciò non potrebbe esistere e crescere.
Grazie al concetto dell' "user generated content", e cioè che tutti possono produrre ed interagire con gli altri, con il web 2.0 si è arrivati ad una conoscenza collettiva proprio perchè non c'è più passività da parte dell'utente, come invece lo era per la prima generazione di web. Questa evoluzione del web sociale mette insieme una serie di meccanismi che porta benefici a tutti, e nello stesso tempo anche alla singola persona. E' perciò facilmente comprensibile come questo porti ad una interazione fra la comunità e l'amministrazione pubblica grazie a degli strumenti di democrazia digitale come lo sono, negli USA, FIX MY STREET, MY BIKE LANE, RATE MY COP e RATE MY TEACHER.

Giorgia Tullio 269308

Prima esercitazione

I primi due incontri dedicati agli Scenari Digitali hanno visto come protagonisti Michele Vianello e Gianluigi Cogo.
Il Direttore del Parco Scientifico Tecnologico ha affrontato in particolare tre temi: Venezia; web 2.0; la cittadinanza oggi.
Ci si è chiesti innanzitutto se Venezia è un luogo dove poter fare innovazione, e soprattutto, che cosa vuol dire innovazione. Vianello ne ha individuati due parametri: la green economy, e i BIT.
L’economia fino ad oggi si è basata su produzioni reali, materiali: lo sviluppo era legato alla fabbrica, al numero delle persone impiegate, all’utilizzo degli spazi. Ma nella nuova economia lo spazio è irrilevante: ciò che conta sono i bit, cioè la quantità di informazioni che la rete è in grado di trasmettere. Gli ingredienti fondamentali sono la conoscenza e la capacità di trasmettere idee. Come lo stesso Vianello ha detto:”non c’è più l’economia degli atomi, ma quella dei bit”.
Venezia perciò è un luogo dove poter fare innovazione in quanto, grazie agli strumenti di connettività si può benissimo ovviare a uno dei principali problemi di questa città: lo spazio.
Ciò che risulta fondamentale è la capacità di connettersi e di lavorare in gruppo: il lavoro si sviluppa orizzontalmente, si basa sulla collaborazione, sulla trasversalità della conoscenza.
Per fare tutto questo c’è bisogno della rete a banda larga e del wifi diffuso. Grazie alla rete è possibile organizzare in maniera differente ad esempio la sanità e i trasporti: “…è la connettività che fa la differenza oggi fra le aree urbane” (Vianello).
Il secondo tema affrontato è il web 2.0.
Nella prima generazione digitale i rapporti erano unidirezionali, non vi era dialogo. Web 2.0 è un approccio totalmente diverso alla rete, determinato da tre variabili:
 Sviluppo di strumenti di connettività a prezzi accessibili
 Sviluppo di piattaforme come Facebook, Twitter, Youtube, Wikipedia, che consentono il dialogo senza filtri e la possibilità di usare in rete software diversi
 Possibilità di archiviare dati a basso costo.
Si parla di “USER GENERATED CONTENT” = contenuti generati dagli utenti. Tutto si basa sulla collaborazione, sul “passa parola” e sulla “teoria del dono” (es. Wikipedia).
L’economia della rete è stata definita da David Weinberger come una lunga coda, “a long tale”, in quanto fatta da tante piccole spese; vi sono nuovi rapporti fra le aziende e gli utenti, che possono finalmente acquistare solo ciò che gli interessa ( pensiamo ad esempio alla possibilità di poter acquistare singole canzoni invece di tutto il cd musicale).
Terzo tema trattato: la cittadinanza. Essere cittadini oggi significa anche poter accedere alla rete. Questo permette ad esempio di poter comunicare con la pubblica amministrazione. A Venezia Iris permette al cittadino di segnalare eventuali problemi con la garanzia di ottenere sempre una risposta. C’è interazione tra il comune e la comunità cittadina. Un altro esempio di questo genere è il sito della Casa Bianca, in cui periodicamente Obama si sottopone alle domande scelte dalla community stessa.
Su quest’ ultimo tema si riallaccia anche il secondo incontro, con Gianluigi Cogo.
Egli ha focalizzato il discorso inizialmente soprattutto sui due termini: “democrazia elettronica”. I rapporti tra chi governa e chi è “governato” stanno cambiando. La democrazia digitale è una forma di democrazia diretta, partecipata. In Italia essa viene spesso associata al voto elettronico. In Inghilterra invece viene intesa soprattutto come interazione fra politici e cittadini, una partecipazione, un aiuto verso chi governa, anche durante il mandato.
Il cittadino digitale ha dei diritti (ad esempio servizi più efficienti) ma anche doveri (intesi come impegno in una governance partecipata).
Il web, inizialmente unidirezionale, come già detto, ora si è evoluto, diventando il media sociale per eccellenza, grazie a tre fattori: infrastruttura, tecnologia, cultura digitale.
Differenza tra ieri e oggi:
Web 1: l’utente era passivo e soggetto alle decisioni di altri che producevano; si andava alla ricerca di
qualcosa;
Web 2: tutti producono conoscenza, conoscenza collettiva. Si va alla ricerca di qualcuno. Le conoscenze
sono legate tramite relazioni che si sviluppano grazie ai social network.
È la folla la vera risorsa; con il web le persone tornano al centro del mondo. Vi è interattività assoluta; i contenuti sono scambiabili nelle varie piattaforme. Un’idea appena prodotta è potenzialmente disponibile subito a milioni di persone. Le relazioni non sono più fra oggetti ma fra persone. “La macchina siamo noi” ( Cogo).
Sono nati numerosi servizi di democrazia sul web: esempi come “fix my street”, “Mobilità Palermo”, “I 40 per Venezia”, sono esempi di partecipazione spontanea; sono manifestazioni create dal basso, dai cittadini stessi. Come già detto dal precedente relatore, oggi è anche possibile rappresentare l’azione di governo attraverso i social media. Pensiamo ad esempio a “The Work for You” che permette ai cittadini inglesi di monitorare il lavoro dei loro parlamentari.
In conclusione perciò, oggi come oggi, la rete può garantire un livello di vita migliore e puo’ fare la differenza per le nostre opportunità.

Laura Buongiovanni 268872

Durante gli incontri di Michele Vianello e Gianluigi Cogo si sono sviluppati vari aspetti fondamentali, che si rifanno tutti a un grande tema centrale: le tecnologie e il mondo digitale.

In questi anni possiamo affermare che siano avvenuti grandi cambiamenti in quasi tutti i settori, ma soprattutto nel mondo della connettività. Questo perché è stato possibile lo sviluppo di nuovi strumenti che hanno permesso alla gente di entrare ancora più in contatto tra loro e con il mondo della rete. Possiamo quindi parlare di innovazione. Innovazione intesa come sviluppo, come “processo in divenire che guarda in avanti”, così definito da M. Vianello. Basta pensare alla Green Economy (economia ecologica), cioè alla riconversione dell’economia che consiste nell’utilizzo di energia “pulita” basata sulle tecnologie rinnovabili come sostituta per i combustibili fossili e il risparmio energetico grazie all’efficienza. Oppure alle smart cities: parola che indica e descrive la possibilità di una migliore qualità di vita all’interno di spazi urbani che ci aiutino a realizzare i nostri progetti di vita e di lavoro. In pratica sono “città che fanno della connettività il loro strumento di progresso”.

Durante il suo incontro, in particolare, M. Vianello, direttore del parco scientifico e tecnologico di Venezia (VEGA), ha mantenuto il filo del suo discorso su tre temi principali: Venezia, città in cui si può innovare, il Web 2.0, come evoluzione del Web sociale e, infine, il significato della parola cittadinanza, a seconda delle possibilità che ognuno di noi ha o non ha di avere a disposizione rete, banda larga e connettività.

Per quanto riguarda il primo punto, Venezia è una città dove si può innovare ed è dimostrato dal fatto che è stato attuato un processo di realizzazione di una rete di proprietà del comune in fibra ottica e wi-fi in quest’area, per favorire l’accesso alla rete non solo ai 270.000 residenti, ma anche ai circa 20 milioni di turisti che ogni anno giungono in città. L’obiettivo è quello, innanzi tutto, di ridurre il digital divide, creando la possibilità di un accesso alla rete a basso costo per tutti, e in particolare per i giovani.

Ma quando si parla di città e sviluppo è impossibile non parlare della rete, infatti, come ha detto M. Vianello “il tema dello sviluppo è legato all’occupazione dello spazio”. Questo problema, però, al giorno d’oggi, quando si vuole fondare un impresa, non esiste più, poiché l’economia attuale, quella della conoscenza, è un economia dei bit, cioè conta la quantità di informazioni che il Web è in grado di trasmettere e il valore che si attribuisce a queste. Non c’è, quindi, bisogno di spazio ma di collaborazione all’interno della rete, che svolge, appunto, un ruolo fondamentale e la connettività e la banda larga sono i due fattori che fanno la differenza tra le varie aree urbane, perché le città più sviluppate da questo punto di vista sono quelle che riusciranno ad ospitare imprese e tecnologie sempre più avanzate.

Il punto chiave, perciò, dell’innovazione e dello sviluppo, così come della connettività è la collaborazione: più dialogo tra le persone, più conversazioni, più contatti, più contenuti, più conoscenza.

Inizialmente questo non era possibile poiché c’era un diverso approccio alla rete. Come ha spiegato anche Gianluigi Cogo, il web era “sempre uno stato passivo di un utente che era soggetto alle decisioni degli altri che avevano il compito di produrre”. Il Web 2.0 invece è un evoluzione del Web sociale, in cui tutti producono contenuti e in cui vale la parola collaborazione e la parola “insieme”.

Ora c’è un avvicinamento alla rete diverso dal passato, soprattutto grazie allo sviluppo di piattaforme che consentono il dialogo, come Facebook, Twitter, LinkedIn, Youtube e lo stesso Google (sono tutti esempi di collaborazione e sono tutti strumenti per trasmettere la conoscenza), ma anche grazie allo sviluppo di “strumenti di connettività” a prezzi variabili e al costo basso dello storage (la possibilità di conservare i dati).

Oggi si parla di “economia della lunga coda” o “the long tale” costituita dalla somma di piccolissime cifre, cioè ognuno dà una parte della sua conoscenza agli altri e il poter accedere al Web, attualmente, determina le nostre opportunità di vita e ci permette di entrare a far parte di un dialogo più grande.

Gianluigi Cogo, invece, durante il suo incontro ha discusso riguardo al concetto e al significato di pubblica amministrazione, rimanendo comunque nel campo delle tecnologie digitali. Ha voluto, cioè, riflettere sui rapporti che esistono fra chi governa e chi è chiamato ad amministare, e i cittadini. Questo perché è evidente un grosso cambiamento in queste relazioni e, approfondendo la questione, ci troviamo di fronte a un concetto importante da sviluppare: la democrazia. Come ha spiegato G. Cogo, un esempio di tutto questo possiamo trovarlo in Inghilterra, dove le persone partecipano alla vita politica anche attraverso la rete, o in America, grazie a uno strumento chiamato “Fix My Street”, che ad esempio, permette ai cittadini di segnalare gli elementi e gli aspetti che non vanno su una strada (come una buca!).

È chiamata democrazia digitale ed è una forma di democrazia diretta, attiva e collaborativa. Uno strumento molto importante per l’esercizio di questo tipo di democrazia sono i media sociali che favoriscono la partecipazione individuale o di gruppo delle persone.

Secondo G. Cogo sono tre i fattori sociali che hanno contribuito a questo cambiamento: l’infrastruttura, ovvero il fatto di avere sempre a disposizione in ogni luogo la connettività; la tecnologia e il concetto di usabilità; la cultura, infatti “senza di essa tutto ciò non ha senso e la partecipazione non potrebbe crescere”.

Quindi ognuno di noi può contribuire a questo benessere collettivo e produrre qualcosa per la conoscenza e per gli altri.

La parola chiave è Connettività.

MANUEL Fin 268756

Iuav – Università di Venezia

Corso di Laurea in Architettura

A.A. 2009/10

Prof. Maurizio Galluzzo

Rielaborazione delle conferenze di Michele Vianello e Gianluigi Congo.

In seguito alla partecipazione alle conferenze del 3 e 10 Marzo, collegate al corso di informatica e disegno digitale, mi sento innanzitutto in dovere di ringraziare i relatori e il professor Galuzzo per l’opportunità che ci è stata data.

Un modo nuovo di vedere il web, un modo per capire la sua evoluzione fino ad oggi ed uno spunto per immaginare il domani.

Si perché per me noi, che abbiamo vissuto in un’epoca in cui le rete già si era evoluta, non è semplice capire i passi che sono stati fatti. Mi riferisco in particolar modo al passaggio dal web 1.0 al 2.0.

Un passaggio molto interessante se osservato con attenzione, perché determina un sostanziale cambiamento di rotta, una rivoluzione nel modo di concepire la rete.

Il web 1.0 infatti era caratterizzato da un rapporto univoco e verticale tra chi immetteva informazioni e chi ne fruiva, nel 2.0 invece, l’asse verticale di scambio, che la faceva da padrona nel precedente web, ha lasciato drasticamente il posto ad un asse prettamente orizzontale in cui sono gli stessi fruitori, gli stessi utenti, che hanno il diritto-dovere di immettere contenuti che possono essere a loro volta utilizzati da altri utenti… generando quindi una reazione a catena che è la base del web che tutti noi oggi conosciamo.

Il massimo esempio di questa evoluzione radicale è sicuramente l’avvento dei social network come facebook, twitter, you tube,wikipedia, i quali hanno facilitano il dialogo e lo scambio di informazioni permettendo una collaborazione orizzontale modificando quindi il modo di vivere e di relazionarsi tra privati ma anche con la pubblica amministrazione.

È infatti la relazione con gli enti pubblici un altro tema fondamentale di cui si e parlato. È stata osservata l’utilità della rete nel rapporto tra privato e pubblica amministrazione riscontrando che con l’avvento del web 2.0 l’utenza, il cittadino quindi, può interagire direttamente e senza l’ausilio di intermediari con il comune, la città e lo stato.

Comunicare, apprendere, lavorare, collaborare… ogni cosa è oramai in stretta relazione con il web.

Da tutto ciò ne deriva la considerazione del fatto che la cittadinanza di un soggetto e determinata anche dal fatto di avere la possibilità di accesso alla rete.

Manuel Fin

Luca Dal Monte matr. 269189

- Esercitazione 1 -

Innovazione. Questo termine è cruciale per capire e affrontare i tanti nuovi sistemi di comunicazione che stanno cambiando la società. Le società si devono innovare e così anche Venezia nella quale il tema della sostenibilità ambientale viene conciliato con quello della tecnologia.

Il Dottore Michele Vianello spiega come la nuova economia ora sia diventata l’economia dei bit. Lo spazio non fa più la differenza, importanti divengono la connettività e la collaborazione tra le persone. Fondamentale allora è avere reti a banda larga e connettività in movimento così come avviene oggi a Venezia (wi-fi gratuito). Sono le città stesse, le smartcities, che fanno la differenza, città nelle quali tutto può essere organizzato diversamente.

Abbiamo detto che i mezzi di comunicazione stanno cambiando radicalmente, stanno avendo un’evoluzione resa possibile anche grazie allo sviluppo del Web 2.0. Il Web 2.0 non è una tecnologia ma un approccio alla rete; in esso non sono presenti caratteri unidirezionali (e-mail) bensì polidirezionali. Esso si compone di tre variabili fondamentali che sono i vari strumenti di connettività; un basso costo per l’archiviazione dei dati e le varie piattaforme che consentono il dialogo come facebook che si può affermare essere la più importante oggi, strumento di condivisione e di dialogo e nella quale si parla senza avere filtri. Altri esempi sono twitter, linked in (utilizzato principalmente per il lavoro ), ma anche youtube con il quale si è rotto l’equilibrio dei media tradizionali oppure wikipedia e google. Wikipedia è considerato l’esempio massimo di collaborazione, l’enciclopedia elettronica viene costruita dagli utenti stessi; sia quest’ultimo che google funzionano proprio perché noi li usiamo o inseriamo video nel caso di youtube. Questo è il Web 2.0 dove i contenuti sono generati dagli utenti.

I cittadini che hanno la possibilità di avere e utilizzare la rete hanno più chance rispetto agli altri, partecipano ad un dialogo più grande. Oggi la rete è fondamentale, ogni cittadino deve saperla usare.

Il Dottore Gianluigi Cogo riprende gli argomenti riguardanti i nuovi mezzi di comunicazione ma parla soprattutto di democrazia partecipata nella quale stanno cambiando i rapporti tra chi governa e chi deve essere servito. I cittadini sono coinvolti anche grazie ai nuovi mezzi di comunicazione una volta assenti che danno vita ad una democrazia elettronica e digitale. Oggi non esiste più il cittadino ma c’è il cittadino digitale. Questo nuovo cittadino crea una propria identità parallela che si muove più facilmente nel mondo digitale.

Abbiamo detto che la democrazia digitale è una democrazia diretta; ebbene i media sociali che sono gli strumenti che usiamo e che favoriscono partecipazioni individuali o collettive possono diventare strumenti importanti per l’esercizio di quest’ultima. In origine i media sociali non esistevano, anche internet era un media come gli altri (TV, radio). Il Web oggi si è evoluto ed è diventato il media sociale per eccellenza grazie a diversi fattori quali l’infrastruttura, la tecnologia e la cultura. Con infrastruttura s’intende la capacità di avere sempre a disposizione la connettività; la tecnologia è l’evoluzione dei vari oggetti anche da parte delle aziende per poter andare incontro alle esigenze dei propri clienti e la cultura è un elemento fondamentale poiché senza di essa niente avrebbe senso.

Nel Web sociale si produce per la conoscenza, tutti partecipano per la creazione di una conoscenza collettiva. Non esistono più conoscenze separate ma conoscenze legate l’una all’altra che vengono esercitate nei social network. Nel Web sociale le persone quindi sono al centro; tutti possono contribuire a questo benessere collettivo che può derivare anche dal diffondersi della conoscenza stessa.

Alberto Provolo 267012

Il corso di Disegno Digitale ci ha permesso di assistere a due conferenze tenute da esperti come Michele Vianello e Gianluigi Cogo. Michele Vianello, dirigente del Vega(una community che permette il dialogo tra le aziende), ha parlato di tre temi principali durante l'incontro tenutosi il 3 marzo: in primis "Innovare Venezia", poi del "Web 2.0" ed infine "Cos'è la cittadinanaza oggi?". Gianluigi Cogo invece si è soffermato sul tema dell'eDemocracy(democrazia elettronica)restando sempre all'interno del discorso del Web 2.0.

La prima domanda che si pone Michele Vianello è se "Venezia è una città dove si può innovare?". Al quesito egli risponde positivamente, anche se afferma che Venezia è una città vecchia. Com'è possibile quindi innovare una città senza i giovani?
Risponde dicendo che per innovare oggi è necessario condividere e trasferire idee, ciò che è necessario quindi sono i bit, di conseguenza una città che usufruisce della banda larga e di tutto quello che l'utilizzo della banda larga permette di fare è una città innovativa e all'avanguardia. Venezia a mio parere dovrebbe sfruttare al massimo questa possibilità che permette di abbattere gli spazi, e a Venezia non è poco.
"Che cos'è il Web 2.0?"
Il web 2.0 è l'economia della rete, cioè un nuovo sistema economico che sta per cambiare il mondo. Riscrive l'economia e il marketing creando un rapporto diretto di dialoghi e conversazioni tra le aziende e gli utenti grazie al web. Il libro "The Cluetrain Manifesto", di David Wimberger, spiega quali sono le regole dei rapporti tra le aziende e i propri utenti, fancendo diventare i mercati delle conversazioni tramite il web.
Grazie a questo nuovo tipo di economia è nato il fenomeno del "The Long Tale", l'economia della lunga coda che si fonda su tantissime piccole somme(passaparola/contaminazione) grazie proprio al web, a differenza dell'economia tradizionale che si basa su grandi capitali.
"Che cos'è la cittadinanza oggi?"
La cittadinanza oggi significa avere diritto di accesso al web.
Si sta cercando un rapporto forte tra i cittadini e le nuove tecnologie; a fronte di questo problema stanno nascendo nuovi parchi scientifici e tecnologici, luoghi dove le imprese possono sperimentare le idee coi propri utenti.

Durante l'incontro del 10 marzo tenuto da Gianluigi Cogo si è parlato dell' eDemocracy, cioè la democrazia digitale diretta partecipata che coinvolge i cittadini nella vita pubblica. Per esempio grazie agli strumenti elettronici la partecipazione al voto viene facilitata ,come succede in Inghilterra ,dove avvengono già delle consultazioni popolari tramite la rete. Si crea così un nuovo status del cittadino che diventa partecipe, attivo all'interno della comunità; tutto ciò però comprende anche una serie di doveri come aiutare l'amministrazione a segnalare abusi ecc..
In aiuto a questo tipo di democrazia diretta ci sono anche i Media Sociali come Facebook, YouTube e moltissimi altri che posso favorire la partecipazione dei cittadini e soprattutto dei giovani.
Il Web è il media sociale per eccellenza che permette un'interattività assoluta per quanto riguarda le infrastrutture e i mezzi pubblici, ma anche per la tecnologia evoluta e la diffusione della cultura digitale.In USA l'azione di governo viene rappresentata anche tramite i Social Media, per esempio Hillary Clinton e Barak Obama usano Facebook, o in Canada dove i politici vengono "monitorati" su Twitter. A Venezia è attivo Iris, un portale che l'amministrazione pubblica del comune di Venezia ha già messo a disposizione e che il cittadino può utilizzare tramite la rete.