.ESERCITAZIONE 1
Nelle lezioni con gli ospiti M. Vianello e G. Cogo sono stati affrontati svariati argomenti, da Web 2.0 al possibile rinnovamento di Venezia, dal ruolo della Pubblica Amministrazione a che cos’ è la cittadina al giorno d’ oggi, dal ruolo nostro come “nuovi” nel mondo digitale al cambiamento dell’ economia, dai vari social media alla democrazia partecipata.
Personalmente in quest’ esercitazione volevo affrontare i temi che più mi hanno coinvolto e che più mi han fatto cambiare modo di vedere i temi che son stati argomentati.
Ascoltando la prefazione di M. Vianello pensavo non sarei stato interessato dal tema, ma quando ha iniziato a parlare del cambiamento dell’ economia la mia attenzione è subito cambiata. Il fatto che l’ economia sia “passata da atomi a bit” mi ha colpito, mi sono reso conto di come poco conoscevo l’ evolversi della società. Una volta tutto era basato sullo spazio, sul costruire grandi fabbriche, grandi imprese, grandi compagnie, insomma sul costruire qualcosa di materiale, questa è la parola giusta: materiale. Qualcosa che tutti potessero vedere, toccare, constatare che esistesse veramente. Al giorno d’ oggi non è più così, e questo mi ha scioccato perché io ero rimasto radicato al passato per quanto un giovane possa esserlo, ma allo stesso tempo mi ha illuminato e spronato a darmi da fare. Mi ha “cambiato” perché oramai le cose che fanno la differenza non sono più quelle materiali ma sono quelle immateriali, la quantità di informazioni che si possono trasmettere, la velocità di interlocuzione attraverso la rete, in conclusione: le idee. Per “fare impresa” non c’è più bisogno di spazi spropositati dove costruire chissà cosa, l’ importante è che ci siano buone idee e che vengano ben sviluppate; ne è un perfetto esempio Google, dove chi l’ ha creato non ha costruito chissà che di materiale, in mano aveva solo un logaritmo. Mi sono reso conto di quante infinite possibilità ci possano essere al giorno d’ oggi, il tutto semplicemente grazie a delle buone idee, e magari restando comodamente seduti nel soggiorno di casa propria.
Un altro scorcio della lezione che mi ha appassionato è di come i social media abbiano cambiato radicalmente l’ equilibrio dei media tradizionali. Una volta la notizia filmata era unicamente della televisione, si poteva vederla solo là e tra l’ altro era quella che volevano darti loro. Ora non è più così. Grazie ai social media, Youtube per esempio, io posso entrare nel web e andare a cercarmi la notizia che voglio io, guardarmi ciò che mi interessa, senza filtri, perché chi immette i video le notizie sono tutte le persone del mondo, quindi decido cosa guardarmi senza intermediari che possono essere i vari Tg1, Tg2, Tg5. Posso avere la possibilità di scelta e non farmi inculcare nelle testa ciò che i media tradizionali vogliono mettermi dentro e soprattutto nel modo che vogliono loro.
La logica deduzione che ho fatto durante l’ incontro con G. Cogo è che noi non pensiamo più con la nostra testa. Non voglio sembrare CINICO ma a mio parere è così. Come ha detto G. Cogo parlando di Twitter, se prima non ce lo dice il Tg1 di andarci noi non c’ andiamo. E questo è un grandissimo errore, perché non dobbiamo aspettare che siano gli altri a dirci cosa fare, ma dobbiamo essere noi che dobbiamo anticipare gli eventi rendendoli grandi, pubblici, accessibili a tutta la comunità, attraverso il passaparola. Altrimenti resteremo sempre dipendenti da altri che costantemente ci dicono cosa fare e cosa non fare, cosa è buono e cosa è cattivo, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ora ho preso come esempio Twitter ma vale per qualsiasi altro caso generico.
Ciò che ho esaminato sono solo alcuni scorci dei due incontri ma sono stati personalmente quelli di maggior interesse.
Forse sarò sembrato un po’ troppo estremista, banale, scontato o retrogrado per certi versi forse anche a causa della mia precedente preparazione in questo campo ma quello che ho riportato è ciò che ho colto io durante i due incontri.