ciao ciao! ci sono anch'io!
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1°esercitazione
Il corso di disegno digitale, coordinato a quello di rilievo, non ha solo l’obbiettivo di insegnarci ad usare autocad o programmi di disegno assistito ma punta a “aprirci la mente”, a farci conoscere meglio e ad avere un approccio con il nuovo mondo digitale.
Dopo una prima introduzione per presentare il corso, si è parlato di come poter creare, attuare un metodo di “insegnamento” del tutto innovativo e probabilmente più costruttivo e stimolante.
Si è voluto affiancare alle lezioni frontali tradizionali uno strumento digitale che possa mettere tutti in comunicazione, studenti e professore.
Si tratta di un social network, Facebook, dove appunto gli studenti posso partecipare attivamente al corso e contribuire ai contenuti dello stesso, che saranno visibili a tutti.
In questo modo tutti posso esprimere pareri riguardo le lezioni, scambiare informazioni e mantenere sempre un contatto con il resto della classe.
Sono stati pubblicati molti link, video, immagini interessanti dai quali tutti possono attingere nuove conoscenze.
Durante le lezioni si è parlato di quanto i social network siano oggi uno strumento moderno e utilissimo, che reputo ormai indispensabile, grazie ai quali abbiamo infinite possibilità.
Oltre a fare nuove conoscenze, a ristabilire i rapporti con qualcuno che non sentivamo da tempo e ad essere sempre in contatto reale anche con persone che vivono dall’altra parte del mondo, queste piattaforme offrono numerosi vantaggi e possibilità, in particolare per quanto riguarda in mondo lavorativo.
Ad esempio tramite “Linkedin” ci si può far conoscere, “presentarsi nel mercato del lavoro” e trovare i contatti professionali più adeguati.
“Il mondo che ci aspetta fuori da qui infatti, non è più quello di un tempo”ha spiegato il prof. Galluzzo, “il modo di fare architettura è cambiato.. si cercano architetti diversi, al passo coi tempi e soprattutto in grado di usare i nuovi strumenti digitali”.
In altre lezioni abbiamo parlato di come molto spesso i media ingrandiscono e inventano a piacimento i fatti della realtà, come la polemica sorta sul gruppo di Facebook creato contro le persone diversamente abili. E in questa occasione ci è stata chiarita dal professore la figura del “troll”, ciò a cui punta e come si muove nella rete.
Una delle cose che ho apprezzato maggiormente è stata la visione del film “ I pirati di Silicon Valley” e come ho già detto (commentato nella bacheca del gruppo “IUAV - Informatica e Disegno Digitale 2010” ) inizialmente il film mi sembrava confusionario..un po' alla volta ho iniziato a capirci qualcosa..ora dico bello veramente! Di sicuro il modo migliore per capire la storia di questi due colossi! Le persone che si distinguono si vedono subito.. inseguire le proprie passioni e crederci fino in fondo, andando contro corrente e giocandosi tutto. E anche quando non si è sicuri e non si ha niente, mostrarsi forti e determinati. E’stato un bel esempio per tutti noi!
Il 3 marzo si è tenuto l’incontro con Michele Vianello, direttore del parco scientifico tecnologico di Venezia (VEGA).
Il direttore ha illustrato le dinamiche della rete, soffermandosi particolarmente sull’aspetto della comunicazione, della contaminazione e della connettività in movimento.
L’intervento è stato molto interessante ed educativo e mi ha fatto scoprire molte cose.
Il signor Vianello ha suddiviso la sua comunicazione in tre temi principali: un primo quesito sul fatto che Venezia possa essere o meno una città giovane ma soprattutto una città che possa innovarsi; come secondo tema ha affrontato il significato del “web 2.0”; e per concludere si è parlato di cittadinanza e in che modo una persona possa sentirsi cittadino a tutti gli effetti.
Da qualche decina di anni si discute sulla città di Venezia descrivendola come città vecchia, dalla quale i giovani fuggono e spesso pare non possa essere innovata. Ma forse non è così.
L’innovazione viene intesa sia come green economy sia come smart cities, ovvero città intelligenti capaci di usare e potenziare la rete.
Mentre nell’epoca appena trascorsa lo sviluppo era legato alla fabbrica, al numero delle persone, agli spazi ora ciò che conta è la conoscenza e la capacità di trasmettere idee.
Michele Vianello ha portato l’esempio infatti di Google, che non ha avuto come punto di forza un luogo o una moltitudine di persone ma ha creato la sua fortuna basandosi su un algoritmo.
Ha spiegato poi come a Venezia si possa fare l’innovazione grazie alla combinazione tra sostenibilità e la possibilità di evadere il tema: “ufficio fine se stesso”.
E’ necessario secondo il direttore della VEGA favorire la contaminazione perché anche il nostro futuro lavoro, dell’architetto, non si baserà più sulla necessiterà di solo spazio ma piuttosto sulla possibilità di mettersi in comunicazione con gli altri.
Altre differenze che fanno risaltare e probabilmente anche arricchire la zona di Venezia sono la possibilità di avere rete a banda larga e il wi-fi diffuso.
Le città che hanno queste caratteristiche possono gestire diversamente e in modo migliore l’istruzione, il lavoro, la sanità e persino i trasporti (Smart Cities).
Lo sviluppo del Web, quindi, può realmente essere letto come supporto all’economia, anzi si può pensare che attorno alla connettività in movimento vi sarà uno dei filoni per uscire dalla crisi.
Intanto grazie al Web 2.0 ci è consentito un approccio diverso alla rete, un sistema bidirezionale.
Nei primi tempi in internet ci si imbatteva solo in dialoghi unilaterali e non vi era alcuna interattività tra le persone. Chi avrebbe mai pensato che la rete potesse offrire possibilità così ampie e soprattutto alla portata di tutti?
Lo sviluppo di tutto ciò è stato possibile grazie ai prezzi abbordabili per gli strumenti di connettività, allo sviluppo di piattaforme per il dialogo e il mesh up e come terza ma non ultima il basso costo per l’archiviazione dei dati.
Attraverso Web 2.0 le persone di diversi stati hanno potuto conoscersi e avere dialoghi in tempo reale.
La novità sta nel fatto che i contenuti sono generati dagli utenti e questo sistema funziona proprio perché chi lo usa lo incrementa costantemente.
Il massimo esempio di comunicazione, secondo Vianello, è Wikipedia, che si basa sulla teoria del dono perché ognuno può donare gratuitamente e in modo rapido la propria conoscenza..
Altro grande esempio è Google creato per “mettere in rete tutta la conoscenza del mondo” e anch’esso funziona grazie alla collaborazione tra le persone che ogni giorno lo usano.
Ma si può citare ancora Twitter, Linkedin, Fliker, Facebook.
Attraverso queste e altre piattaforme capisco che il nostro mondo, i rapporti interpersonali, il lavoro e la società in genere si sta evolvendo e sta assumendo una forma tutta nuova.
A partire da strumenti come E-Bay o Apple Store si avverte che anche la compravendita tra ditte o privati si è modificata. Sta prendendo piede “l’economia della long teil”(lunga coda), la cui forza sta nei prezzi bassi per un altissimo numero di acquirenti.
In questa occasione Vianello ci ricorda che: “ le formiche hanno i megafoni”!!
Una formica, un cittadino può sentirsi veramente tale se può accedere alla rete ed avere da quest’ ultima vantaggi per quanto riguarda lo studio, i rapporti con la pubblica amministrazione e anche nei dialoghi d’impresa.
Il direttore del parco scientifico tecnologico di Venezia ci lancia così un grande spunto, una breccia che invita a riflettere.
Durante l’incontro con Gianluigi Cogo, del 10 marzo, si sono trattati e approfonditi alcuni temi già discussi con Michele Vianello.
Ad esempio la bidirezionalità dei discorsi che, secondo Cogo è stata possibile grazie alle infrastrutture, alle tecnologie alla portata di tutti e alla cultura digitale.
Si è toccato poi il tema dell’economia della conoscenza, dove i contenuti non vengono più generati dall’alto verso il basso( come accade attraverso la televisione) ma dagli utenti (user generated content).
Non c’è più la vecchia redazione, tutti possono contribuire al benessere comune e diffondere la conoscenza. Le idee condivise sono importanti perché sono il risultato di qualcosa di collettivo e la folla nel suo insieme è la vera sorgente dell’idea.
Anche i media tradizionali, come aveva già anticipato Vianello, vengono sostituiti dal Web; le piattaforme come Facebook, YouTube, ecc.. sono altamente abilitanti, favoriscono partecipazioni individuali o a gruppi e sono uno strumento importante per la democrazia diretta.
Proprio la democrazia diretta è stata uno dei punti chiave delle comunicazione del 10 marzo perché il rapporto tra chi governa, amministra e il cittadino sta cambiando.
Sta emergendo una nuova figura: il cittadino digitale, ovvero un identità parallela nella rete, che si sviluppa grazie ai propri interventi, commenti, giudizi nel web.
Il cittadino digitale però non è inteso come una figura statica, che si limita a “ricevere” ma una persona dinamica che ha dei doveri, collabora e critica il governo.
Dobbiamo renderci conto che siamo di fronte ad un cambiamento epocale!
La democrazia elettronica, come spiegato da Gianluigi Cogo, è facilitata da molti strumenti ed è una cosa utilissima perché il cittadino, non solo può votare elettronicamente ma, può continuare a controllare le persone già elette, durante il loro mandato. Questo è già possibile in molti paesi, perché noi Italia non possiamo fare altrettanto? Perché dobbiamo continuare a permettere che chi ci governa spesso si prenda gioco di noi, ignorando per suo comodo gli strumenti che ci permetterebbero di migliorare la nostra situazione?
Negli Stati Uniti ad esempio vi è un sistema per dare valutazioni sulle forze dell’ordine, invece in Canada tutti i parlamentari hanno un account su internet.
A Venezia è stata creata un’associazione “40 per Venezia” che si occupa del territorio, della mobilità, della sfera sociale come fosse un sistema di democrazia che parte dal basso.
“40 per Venezia” agisce come spina nel fianco per l’amministrazione comunale. Ma è ancora poco, la strada da percorrere è molto lunga!
E’ stato poi ideato un progetto “IRIS” , già attivo, attraverso il quale i cittadini posso segnalare guasti, problemi della città all’amministrazione, che è tenuta a risolverli tempestivamente.
La cosa più incoraggiante è che l’operato dell’amministrazione è sotto gli occhi di tutti e se le segnalazioni non vanno a buon fine la cosa non passa inosservata.
Altri progetti simili sono già da molto presenti negli Stati Uniti come: Fix my street e My by train.
La discussione si è conclusa parlando del BarCamp, ovvero no-conference, un pratico esempio che pone tutti allo stesso livello. Una discussione dove tutti sono protagonisti e nessuno è passivo.
Un’ ottima cosa che si basa sullo stesso concetto del Web 2.0, cioè un dialogo bidirezionale, nel quale le informazioni e i contenuti sono generati da tutti, dal basso.
Credo che sarebbe molto bello e utile poter condividere con gli altri le cose che abbiamo imparato, perché spesso il Web stesso è forviante, ci distoglie dal valore che esso ha.
Spesso navigando ci perdiamo nelle cose più superficiali senza renderci conto di cosa stiamo facendo, del potere che in quel momento abbiamo.
Le dita scivolano veloci su quella tastierina e non capiamo che davanti ai nostri occhi stanchi in quello schermo si sta per aprire una vera finestra sul mondo!!