martedì 2 marzo 2010

Luzzara Dania 269516

1° Esercitazione

L’incontro avvenuto,mercoledì tre marzo, presso l ‘Università Iuav di Venezia ha avuto come relatore Michele Vinello, il direttore del Parco Scientifico e Tecnologico della città lagunare , il quale è venuto a introdurci il tema dei nuovi scenari digitali approfittandone anche per presentarci il suo neo edito libro incentrato proprio su questo tema. La conferenza ha avuto il suo input nella risoluzione del quesito che chiedeva se in una città come Venezia, dove tutto sembra più difficile che in un qualsiasi altro angolo di mondo, ci sia l’opportunità o meno di innovare. La soluzione alla domanda, che quasi in maniera scontata, è risultata positiva ci ha spinti allora a domandarci quali potessero essere i modi per farlo, quali fossero gli strumenti necessari da introdurre e quali invece ormai fossero da abolire perché obsoleti e non in linea con l’atteggiamento che poi vedremo risulterà indispensabile per approcciare un nuovo modo di vivere la cittadinanza. Per capire questo è stato necessario ripensare a quello che fino a adesso è stato lo sviluppo economico e soprattutto su cosa era basato. Infatti se fino ad ora lo sviluppo e le aree urbane sono state organizzate in conformità a produzioni reali ,alla logica delle fabbriche ,al numero di persone impiegate e all’utilizzo di spazi, ha spiegato il Sig. Vinello, nell’economia della conoscenza cioè quella attuale questo non è più pensabile infatti in quest’ ottica lo spazio c’entra poco o nulla. Nella nuova economia ciò che veramente conta e che fa la differenza tra aree urbane sono i bit cioè la quantità di informazioni che siamo in grado in ottenere, l’importanza che si attribuisce alla rete e al web. Secondo questa logica quello che conta veramente, che può fare la differenza è la capacita di trasmettere idee, di collaborare, di comunicare con altre persone A questo scopo abbiamo preso ad esempio la nascita di Google, strumento ormai arcinoto anche ai meno esperti in materia: la sua creazione non ha richiesto l’occupazione di nessun tipo di spazio l’idea geniale che lo ha reso uno dei siti più visitati al mondo è scaturita da un algoritmo. Ecco che in quest’ottica, Venezia non risulta più svantaggiata a causa del suo smisurato patrimonio artistico ma appare una città dove fare innovazione si può conciliare con sostenibilità ed evadere il grande tema dell’occupazione di spazio fine a se stesso .Per esseri innovativi nel futuro sarà indispensabile avere la possibilità di essere sempre connessi con altre persone di poter comunicare ed ecco che in questo senso nasce e si sviluppa l’idea del co- working.
La struttura di costruzione di una casa piuttosto che lo sviluppo di un progetto non segue più una rigida gerarchia verticale dove i rapporti sono unidirezionali tra le varie competenze ma tutto viene traslato su un unico livello a struttura orizzontale dove i vari enti ed i relativi incarichi si fondono in un unico lavoro corale. Per questo è indispensabile la disponibilità di banda larga o di wi fi ,in modo che questo sogno di connettività ininterrotta tra persone, sia concretamente realizzabile. E’ proprio in questo clima di rivoluzione culturale che si inserisce web 2.0 che è da considerarsi come un approccio alla rete realizzabile attraverso strumenti straordinari come facebook, twitter, wikipedia .tripadvisor... Se questa rivoluzione culturale esiste veramente e sembra il futuro nel mondo della comunicazione tanto da scalzare i media tradizionali, c’è da chiedersi se sia un fenomeno di nicchia oppure un modo di vivere la cittadinanza estendibile a tutti. La risposta possiamo facilmente dedurla: la nuova economia funziona secondo il principio della lunga coda ovvero la somma di tante piccole cifre spese che arrivano a costituire grandi patrimoni. Vista la possibilità della rete di abbattere alcuni costi ed essere quindi competitiva ,anche il numero di utenti aumenta determinandone quindi i grandi incassi.
La nuova economia non deve pero sembrare una cosa lontana dalle attività quotidiane , dalle persone comuni o una procedura solo per gli “addetti ai lavori”:la nuova economia della rete bisogna pensarla come uno strumento alla portata di tutti che può essere utilizzata per espletare le necessita di sempre in un modo rapido e più efficiente.
Nel delicato passaggio all’informatizzazione, è fondamentale l’atteggiamento degli enti pubblici, che devono offrire ai cittadini servizi mirati e puntuali al fine di sostituire gli
ormai superati modi di vivere la propria cittadinanza. Continuazione di quanto espostoci dal relatore Michele Vianello risulta l’interevento di Gianluigi Cogo che ci ha appunto parlato dell’applicazione del nuovo sistema economia in materia di pubblica amministrazione. L’applicazione dello stile di vita digitale al sistema dei servizi pubblici servirebbe sicuramente a gettare un ponte tra queste due parti spesso e volentieri distanti fra di loro e con difficoltà di comunicazione. E’ evidente che questo sistema così rivoluzionato significherebbe un cambiamento epocale particolarmente in ambito italiano che da questo punto di vista risulta, forse, meno aggiornato di altri paesi. Questo cambiamento non risulterebbe utile solo per un’ottimizzazione del tempo o delle risorse ma sarebbe un gran passo in avanti per quanto riguarda il raggiungimento di una democrazia elettronica ritrovando in questo concetto l’idea espressa dal Sig Vianello quando parlava di una rivoluzione delle gerarchie di sistema ovvero andrebbe a costituire una struttura di tipo orizzontale.Un esempio lampante di quanto appena descritto può esserci fornito dal mondo politico, infatti, in uno stato come la Gran Bretagna questo sistema viene utilizzato per mantenere un contatto tra eletti ed elettori ed una sorta di controllo costante sull’operato; pertanto permette ai cittadini di esercitare una governance diretta. Ma se nel mondo anglosassone questa risorsa viene utilizzata nel modo più consono, in paesi come l’Italia, purtroppo diventa il mezzo per una bieca rivendicazione di diritti dimenticandosi talvolta che questo sistema funziona se e solo se è mantenuta intatta una bidirezionalita di scambio di idee, pensieri, progetti. Il web ha potuto distinguersi e potrà ancora farlo per il suo carattere bidirezionale solo se verranno mantenute due condizioni indispensabili:: disponibilità di infrastrutture per permettere la connettività e l’evolversi della cultura digitale che non è nient’altro che l’espressione attuale di istinti che gia esistevano nei tempi antichi cioè la necessita di poter comunicare. Oggi a collegare le nostre conoscenze ci sono i social network ecco perché la pubblica amministrazione dovrebbe evolversi verso questa direzione comprendendo che solo attraverso la condivisione e la risoluzione globale dei problemi si riuscirà un giorno a portare a termine questi paradigmi di partecipazione.