mercoledì 17 marzo 2010

MARCO BARBETTA mat.269445 -esercitazioni-




Scenari digitali : incontro con Michele Vianello e Gioanluigi Cogo

Innovare la città, la pubblica amministrazione, l’impresa, il confronto fra persone, fra enti, fra cittadini; questi e soltanto questi i presupposti chiave per dare possibilità di vita, di sviluppo, di rinnovo e di servizio a realtà oramai divenute obsolete ma che dovrebbero, in modo quasi demagogico, continuare a dare una celere risposta, un servizio e perché no la possibilità a noi cittadini di fare impresa, di creare o semplicemente di avere un certificato all’anagrafe senza imbatterci in inutili protocolli da espletare, lunghe file ecc.
Si, innovare, perché solo in questo modo città ad esempio come Venezia, sature dal punto di vista territoriale possano divenire ottime realtà di sviluppo senza costringere le nuove generazioni a migrare in territori infrastrutturalmente più pronti e lungimiranti.
Le infrastrutture infatti sono necessarie ma con la doverosa precisazione che esse non siano solamente strade, ponti, ferrovie ecc. come decantato abbondantemente dalla “semi-geriatrica” classe politica MA bensì strumenti per la connettività come banda larga, cablaggi in fibra ottica, wi-fi diffuso oltre naturalmente a tutti quegli apparati collegati alla green economy e sostenibilità ambientale che non fanno parte della discussione.
Nella nuova economia serve conoscenza e capacità di trasmettere idee in modo veloce, stimolante, interattivo e questo lo si può fare solamente se a livello infrastrutturale sono possibili connessioni immediate e veloci.
Solo a queste condizioni si aumentano in modo esponenziale le possibilità di realizzo e sviluppo per la cittadinanza cosiddetta “digitale” delle più recenti generazioni.
Questa necessità di condivisione, di dialogo, di CONTAMINAZIONE è “pane” per questo grande strumento denominato WEB 2.0 davanti al quale l’utente non è più passivo ma ne genera lui stesso assieme a tutti gli altri i contenuti.
Facebook, twitter, wikipedia, tripadvisor, blog vari ecc. sono tutti esempi di come il “2.0” si manifesti dando possibilità di DIALOGO attraverso queste forme di social network.
I mercati sono dialogo, conversazione, scambio d’idee e con il “2.0” cono possibili conversazioni che prima non esistevano.
Gestendo le città, le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di recepire queste necessità, fornire gli strumenti alla cittadinanza ed interagire con essa nel modo più diretto ed immediato possibile.
Un’esempio lo abbiamo visto a Venezia-Mestre con il progetto IRIS attraverso il quale ogni cittadino comunica direttamente per via telematica con l’amministrazione in merito a necessità del territorio stesso innescando così un bellissimo esempio di COWORKING e governance collettiva.
Bisogna copiare queste formule vincenti di amministrare ed estenderle per tutte le città.
Qualsiasi tipo di comune documentazione necessaria al cittadino compresa quella ospedaliera deve essere disponibile in rete in modo che l’intero processo diventi snello, veloce, pulito e la cittadinanza si senta partecipe e propositiva creando di pari passo fenomeni di democrazia digitale e quindi partecipata !
RICORDIAMO che il web 2.0 però è “solo” uno strumento che può certamente intrattenere e divertire ma che solamente se usato in modo intelligente può dare a noi tutti innumerevoli profitti passando da mera tecnologia fino a vera e propria forma di cultura.
Grazie quindi a questa nuova forma di COMUNICAZIONE le imprese possono abbattere i confini spaziali che valevano in precedenza ed attuare un nuovo modo di “fare impresa” applicando ora processi di collaborazione "orizzontale".
Lo scopo è quindi quello di creare un sistema di interscambio che sia snello, veloce e produttivo mantenendo costantemente un clima ed un’ambiente di continua CONDIVISIONE.