martedì 16 marzo 2010

Laura Rizzi 268916

PRIMA ESERCITAZIONE Relazione

Nei giorni 3 e10 marzo 2010 presso la sede IUAV dell'Ex Cotonificio a Santa Marta le lezioni del corso di Informatica e Disegno digitale si sono tenute sotto forma di conferenza. I relatori Michele Vianello, al primo incontro e Gianluigi Cogo al secondo, hanno discusso con i partecipanti di argomenti chiave quali: Connettività, rete a larga banda, sostenibilità ambientale, il concetto di “nuova spazialità”, co-working, usabilità, Web2.0, eDemocracy.

Uno degli argomenti focali su cui si è iniziato a parlare è quello delle Smart cities, ovvero di quelle città che hanno sfruttato pienamente la capacità di usare la rete come mezzo di connettività e di comunicazione interattiva e che ad esempio sono riuscite ad affrontare diversamente il sistema di organizzazione dei trasporti e della sostenibilità ambientale.
Questo ultimo aspetto è sicuramente da includere in un tema ancora più ampio quale la Green economy il cui principio si basa sulla riconversione dell'economia in funzione appunto di salvaguardare l'ambiente.

Da atomi a bit
L'economia delle aree urbane da sempre organizzata sulla produzione materiale, tende adesso ad evadere da uno spazio fisico che sembra non servire più, per spostarsi in uno spazio “virtuale-connettivo”. Ciò che invece è necessario sono la conoscenza e la capacità di trasmettere idee.
É un esempio il diffusissimo motore di ricerca google. Gli inventori di questo mezzo non hanno fatto altro che trovare e formulare “algoritmi di ricerca molto avanzati” mettendo in piedi un'azienda di dimensioni colossali -a livello economico-, non occupando spazi fisici estesi, solo creando un algoritmo. Nell'economia della conoscenza lo spazio c'entra poco, contano solo i bit, cioè quante informazioni si riescono ad immagazzinare e a diffondere.

A questo proposito, la provocazione se Venezia, luogo per eccellenza di conservazione, diviso e frammentato territorialmente, sia o meno il posto ideale per la nuova era dei bit: non c'è spazio fisico per “fabbriche” fini a se stesse. Venezia può rinascere grazie alla rete, alla connettività, alla collaborazione orizzontale, suddivisa e non più verticale come può essere in una fabbrica. Il concetto basilare emerso dalle relazione è che se c'è rete, c'è connettività, e gli strumenti per accedere ed utilizzarla sono i pc, i telefonini, iPhone e in generale i terminali, tutti strumenti atti alla collaborazione.

Per poter realizzare tutto ciò però, occorre un requisito fondamentale: la BANDA LARGA!
Dove c'è connettività, c'è margine di sviluppo; il lavoro è facilitato dove c'è dialogo e scambio di informazioni tramite la banda larga; al contrario, se questa non è presente, lo sviluppo è fortemente penalizzato. Senza banda larga non si può garantire un efficiente e competitivo scambio di informazioni, di progetti, di dati più in generale. Gli strumenti atti alla “Connettività in Movimento” sono già presenti, basti pensare all'iPhone, ai Netbook, ai TabletPc, il problema è che manca la struttura, il WiFi! Senza wifi, l'iPhone è semplicemente un telefono molto costoso, i NetBook non sono altro che ultraportatili lenti e poco funzionali, ma col wifi esteso ovunque la faccenda cambia: l'iPhone diventa uno strumento per una connettività continua, i netbook diventano ultraportatili polifunzionali.

Si è discusso poi a lungo di eDemocracy(letteralmente elettronic Democracy). Questa parola sinonimo di democrazia digitale, riassume un atteggiamento che può assumere significati “contraddittori” a seconda del diverso approccio culturale. Secondo Wikipedia si hanno definizioni diverse nella versione italiana rispetto a quella anglosassone.
Nel primo caso “la democrazia digitale è concepita come una forma di democrazia diretta in cui vengono utilizzate le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle consultazioni popolari(= voto)”. Una visione strettamente legata all'avere, cioè a quella sensazione che lo status di cittadino digitale sia una rivendicazione dei diritti.
Nel secondo caso invece con questo termine si intende l'insieme delle “tecnologie e delle strategie per processi politici e governativi”. In questo caso una concezione più strettamente legata al dare: ovvero la convinzione che lo status del cittadino sia anche un insieme di doveri.

Si è trattato inoltre l'argomento dell'evoluzione di internet, il web2.0; l'obiettivo è quello di ampliare l'interazione tra utente e sito, sono stati quindi sviluppati nuovi linguaggi di programmazione, come AJAX, che permettono di creare siti altamente dinamici e user-friendly, sia nella grafica che nella circolazione dei dati. Tutto ciò non era presente negli anni '90 all'epoca del cosiddetto web1.0 in cui prevalevano pagine statiche. Col web2.0 nascono i blog, nuovi luoghi dove poter interagire con propri, commenti, opinioni, idee; essi sono per esempio Facebook, Twitter, MySpace. Vengono inoltre creati siti come youtube, wikipedia, che permettono uno scambio di informazioni e di momenti salienti, un tempo impensabili col web1.0.
La grande novità, però, è che il web2.0 si sviluppa grazie all'utente che ne usufruisce e che navigando/inviando/ricercando contribuisce allo sviluppo di tutte le piattaforme di ricerca, di condivisione di dati e di conoscenza; internet è diventato degli utenti, è fatto da utenti! Un esempio pratico è ancora una volta google, che mette a disposizione il suo algoritmo → gli utenti utilizziamo il servizio e lasciano indirettamente dei feedback → google, tramite i feedback e le ricerche della gente, affina l'algoritmo di ricerca migliorandolo, riducendo i tempi di accesso ai dati e gli errori di ricerca → l'utente è quindi risulta essere più soddisfatto di aver trovato le informazioni senza spreco di tempo.

Co-working (da “co”=insieme e “work” =lavoro)
Wikipedia ne da la seguente definizione: “è il ritrovo sociale di lavoratori che, sebbene continuano a lavorare in maniera indipendente, condividono alcuni valori comuni e sono interessati alle sinergie che si possono creare nel momento in cui si lavora con altri professionisti nello stesso luogo fisico.”
“Alcuni spazi di coworking sono nati dall'iniziativa di liberi professionisti del Web e di Internet che erano soliti viaggiare molto e lavorare da bar e caffè, oppure in isolamento dalle loro case.
Molti dei participanti al coworkings ono anche coinvolti nei BarCamp e altri sviluppi collaborativi di tecnologie quali ad esempio progetti open source.”

Usabilità:
Il progresso tecnologico mira ad aumentare la facilità di utilizzo delle componenti tecnologiche al fine di permettere alla maggioranza delle persone di usufruirne.
La semplicità e l'accessibilità del prodotto portano al successo o al fallimento; i computer inizialmente erano difficili da usare, si utilizzavano solo tramite riga di comando e non con le icone e puntatori visivi come siamo abituati oggigiorno.

Un esempio importante può essere Linux, che ha avuto degli sviluppi incredibili negli ultimi tempi. Anni fa, soltanto per installarlo, bisognava avere delle conoscenze approfondite nel campo hardware/software, era necessario conoscere bene i comandi, conoscere i permessi; non era certo la condizione più idonea per un utenza in larga scala. Ultimamente, forse grazie a Linux Ubuntu e a Canonical, sono stati fatti passi da gigante per aumentare l'usabilità di questo fantastico sistema operativo; è stata implementata un'interfaccia molto intuitiva per l'installazione, sono stati integrati moltissimi driver per l'hardware presente in circolazione, è stata migliorata l'interfaccia utente e quindi l'usabilità. Ora chiunque installi il sistema operativo Ubuntu avrà già a disposizione tutti i programmi necessari da ufficio (gratuitamente), avrà a disposizione un forum di supporto molto efficiente e in molte lingue ma soprattutto avrà il pieno controllo del sistema operativo, potrà personalizzarlo dall'estetica al kernel stesso.

Per concludere, un accenno ad un ultimo aspetto: il “Passaparola”.
Il passaparola può essere la fortuna di qualcuno; se si trovano i canali giusti e si ha fortuna la diffusione di un messaggio piuttosto che di una pubblicità, è rapidissima, si può diventare famosi in pochissimo tempo con minimo dispendio di energie e con grande successo. Occhio però, a quelle controindicazioni che il Web presenta. Il guaio è che spesso la massa di utenti assume posizioni non sempre corrette, basandosi sulla maggioranza, seguendo atteggiamenti inadeguati o appoggiando tesi piuttosto discutibili, prevalendo su una minoranza che in molti casi non riesce ad emergere come dovrebbe.