giovedì 18 marzo 2010

Giulia Torino 269424

Iuav – Corso di Informatica e Disegno Digitale
Prof. Maurizio Galluzzo
a.a. 2009 – 2010
Prima Esercitazione
DIARIO DI DUE GIORNATE

Tre Marzo Duemiladieci.
Il direttore del parco scientifico e tecnologico VEGA (ecco cos’era quella misteriosa , enorme costruzione che vedo tutte le mattina venendo in facoltà…) è il nostro primo ospite. Inauguriamo la stagione delle conferenze pre – IuavCamp con una discussione che vede come protagonista una (auspicata) Venezia digitalizzata, una Venezia del futuro: la domanda postaci (e postasi) da M. Vianello è: “Venezia è un luogo dove si può innovare? E, se sì, che cos’è l’innovazione nell’epoca contemporanea?”. Interessante dilemma da snodare questo, che, per Vianello, trova risposta in un convinto “sì”: si nomina anzitutto la green economy, il passaggio da spazio materiale a spazio immateriale (bit). In effetti, voltandoci indietro con occhio critico, non risulta difficile notare il passaggio da epoca della materia spaziale ad epoca cybernetica, nell’economia come nella normale amministrazione quotidiana della vita: non sono gli oggetti ad essere scambiati e ricevuti ora, ma le informazioni, attraverso una grande e produttiva collaborazione orizzontale (tramite le più svariate piattaforme di rete), basata sull’inserimento di una nuova tipologia di approccio informatico ritrovabile oggi anche nelle più moderne e giovani aziende, le quali hanno progressivamente abbandonato le vetuste e rigide suddivisioni gerarchiche piramidali. Suddetto approccio nasce parallelamente ad una sorta di rivoluzione di pensiero nel modo di intendere l’uomo e la sua libertà, dipartitasi proprio dal fenomeno del web, attraverso il progressivo passaggio dall’unilaterale 1.0 al nuovo, aperto, multilaterale 2.0; tale fenomeno nacque probabilmente dalla comprensione della necessità di un continuo flusso dialettico per il progresso della civiltà come dell’economia, che sarebbero potute avanzare solo attraverso l’introduzione del nuovo 2.0….invenzione (o, meglio, evoluzione) sicuramente geniale ed originale nella sua applicazione al mondo virtuale, ma sicuramente meno dal punto di vista della sua teorizzazione: si citino a proposito i soli Socrate e il più tardo Hegel per notare come il concetto di “scambio dialettico” e “condivisione” abbiamo da sempre caratterizzato, nei fatti, forti cresciti personali quanto di un’intera comunità.
Facebook, Twitter, LinkedIn (del quale sono venuta, con piacere, a conoscenza proprio attraverso la citazione al corso), Youtube, Flickr, Wikipedia, Google, Ebay e chi più ne ha più ne metta…! Quante piattaforme relazionali esistono oggi sul web? Addirittura troppe, probabilmente. Quante possibilità creative ci offre la rete…
Dopo una breve parentesi del nostro relatore sul “Cluetrain manifesto” e sul cruciale concetto di “gratis” (citando velocemente C. Anderson), dal ruolo di assoluto protagonista in questa “brand new economy”, si passano in rassegna una serie di link molto utili al cittadino (meno all’architetto :-P): da IrisBeta (per segnalazioni di natura amministrativa) a myVEGA (sito interno della sua stessa azienda), giungendo infine a quello che ho considerato il culmine, il vertice dell’intera conferenza: il tema della CITTADINANZA DIGITALE, con tutti i diritti e i doveri di nuova natura che essa sottintende e comprende, affiancandosi all’originaria e più largamente – sebbene non più facilmente! – conquistabile e conquistata cittadinanza statale, territoriale, fisica.
Questo innovativo concetto potrebbe, a mio avviso, incarnare i più alti spiriti della democrazia e della libertà, come un dono gratuito a tutte le donne e gli uomini del mondo, ora finalmente uniti da una comune cittadinanza internazionale, in grado di scambiarsi quando e come vogliono informazioni, idee, opinioni, files, confrontando usi, costumi, lingue e religioni! Che fantastico mondo sarebbe questo …
Se non fosse … se non fosse che questo stesso mondo, su cui le più nobili e geniali menti dell’antichità e della modernità hanno sognato e trasognato, si ritrova popolato da un numero eccessivamente, spaventosamente considerevole di imbecilli! Sì, sì, imbecilli (per essere fini), troll dei social network o semplici uomini e donne che passano gioiosamente il loro tempo a pubblicare siti improponibili (per scherno o per convinzione), senza essere minimamente intaccati (o scopribili, persino!) legalmente (non ne attribuisco, del resto, la colpa ai fondatori dei vari supporti informatici). Questo perché occorre (quanto manca) misura, morigeratezza, controllo … ma anche conoscenza, intelligenza, responsabilità ed educazione. E la mancanza di freni nel web non è altro che lo specchio di queste lacune nella nostra stessa società. Internet non è altro (talvolta) che un megafono, un microfono che amplifica scorrettezze quanto idee geniali, proprio in virtù della libertà che esso promuove (ed ecco, al solito, come una virtù può facilmente trasformarsi in un contro …).
Seconda giornata di incontri. Gianluigi Cogo affronta alcuni nuovi temi e ne riprende altri già esposti da M. Vianello. Spiccano tra i tanti quelli del “government” (il rapporto con l’amministrazione) e della “eDemocracy” (la democrazia digitale, diretta, immediata, basata su nuove infrastrutture , che riprende il tema dell’omonima cittadinanza introdotta da Vianello), il primo web (1.0) e i suoi successori, il passaggio da html e xml (e l’interoperatività assoluta), per terminare con l’usuale elenco di link (italiani e non) che riassumono spesso l’essenza stessa dei temi proposti finora: da “40xVenezia” all’ingegnoso “Fix My Street”, da “Rate My Cop” a “Vota Il Prof”.
Mi è capitato recentemente di leggere un articolo sul sistema amministrativo statale brasiliano: softwares aperti (Linux), votazioni presidenziali on-line, innovazione e coraggio di guardare avanti; una bella scommessa, certo, ma è probabilmente il passo giusto verso la modernità per un Paese ancora considerato del “terzo mondo” ! (per fortuna che quelli fortemente evoluti ed acculturati dovremmo essere noi Italiani …)
Concludo come il ciclo di conferenze era iniziato: con una domanda.
Dove ci porterà questa nuova civiltà informatica, immateriale ed insicura quanto ormai necessaria ed insostituibile? Ha davvero senso sostituire per sempre il supporto cartaceo? Dubito fortemente che le migliaia di libri digitali su un iPad potranno mai valere un solo vecchio, consunto, inimitabile libro ingiallito, con le sue pagine vissute, sottolineate, sentite.
Per quanto spaventosamente geniale sia l’odierno mondo delle nanotecnologie (si pensi alla quantità impensabile di dati che può contenere un nanochip!), esso è altrettanto spaventosamente insicuro, una bandiera al vento che, si spera, non debba mai essere soggetta a bora.