1^ Esercitazione:
Analizzando le prime lezioni di informatica e disegno digitale, e confrontando gli interventi fatti dagli ospiti Michele Vianello e Gianluigi Cogo, ho individuato due temi principali che hanno fatto da sfondo alle discussioni: il concetto di web 2.0, e la necessità di cambiare il modo di approcciarsi con i vari aspetti della vita sociale (lavorativa, politica…), in relazione al processo di modernizzazione che è già in atto a livello mondiale.
WEB 2.0 (così come M. Vianello lascia ad intendere e G. Cogo spiega minuziosamente) si basa sulla conoscenza/cultura collettiva, e la libera condivisione di questa, riguardante tutti gli aspetti della vita sociale;
a differenza del precedente WEB, quindi, il 2.0 non è più identificabile in un sistema “gerarchico” e con una profonda divisione tra chi “da” e chi “riceve”, bensì si identifica in una community di persone, con pari diritti e doveri nel “dare” e del “ricevere” (in analogia con il tema politico G. Cogo parla di democrazia).
Chiarito questo concetto, grazie ad un semplice paragone, se ne presenta un altro tutt’altro che intuitivo: la diffusione del “nuovo web” mira a stravolgere la concezione di vita sociale a cui siamo abituati a pensare, così come stravolge l’idea di economia come la conosciamo, e la stessa idea di politica.
Se la globalizzazione ha portato alla mescolanza di culture e tradizioni tra paesi molto distanti, il WEB 2.0 mira a “miscelare”, in maniera ancora più intensiva, le idee delle persone a livello mondiale, affinché queste ne escano migliorate e vengano rese più interessanti.
Di fronte a una tale svolta nessuno può rimanere indifferente, è necessaria una presa di posizione per non rimanere schiacciati da un processo in grado di muovere “masse” che vanno oltre la nostra immaginazione; a tal proposito il popolo si può dividere in queste categorie:
1) Individui pronti a sostenere tale cambiamento (spesso professionisti e/o giovani), al passo con le nuove tecnologie, vedono nel web un grande vantaggio a favore delle relazioni sociali;
2) Individui dalla cultura “ermetica”, (spesso anziani e spesso irrecuperabili), abituati a rapportasi in mondo concreto con il mondo, non vedono né virtù, né necessità nel web;
3) Individui che possono essere “educati” al web, grazie ad un’opera di convincimento e all’intraprendenza di questi, possono entrare a far parte della prima o della seconda categoria.
M. Vianello ha trattato l’importanza del web riguardo ad un ambito prevalentemente economico: la possibilità di gestire imprese, progetti; il miglioramento di idee tramite la condivisione di queste; ma, soprattutto, la possibilità di commercializzarle su larga scala, anche se in maniera mirata, con il sistema del “tag”; esprimendo la necessità di poter usufruire di una banda larga.
G. Cogo, sulla base della stessa necessità, ha trattato un tema di ambito politico: il web può essere utilizzato per facilitare le relazioni tra cittadino e stato (più precisamente tra cittadino e governo o tra cittadino e cittadino), stimolando il dialogo diretto tra “le alte e le basse sfere” (la cui differenza tende così ad attenuarsi), stimolando il senso civico e l’interesse di tutti nella vita politica.
Dovendomi esprimere in proposito, mi limito a collocarmi nella terza categoria, non ritenendomi sufficientemente competente in materia, ma essendo “in via di educazione”; a tal proposito, considero queste lezioni/discussioni molto illuminanti, per chi come me ha intenzione di sostenere questa causa…: )