giovedì 18 marzo 2010

In ambito scientifico il computer viene detto calcolatore; questa definizione è corretta ed attuale in quanto si riferisce al fatto che il computer è uno strumento di calcolo che elabora qualunque tipo di informazione. Quest’ultimo è sempre più spesso però uno strumento di comunicazione grazie all’uso della posta elettronica, della chat o della telefonia via internet. Comunicazione questa che non può essere paragonata a quella usale del “faccia a faccia”. Fenomeno moderno è per esempio lo sviluppo dei social network, piattaforme sociali usate da giovani e non solo, che vanno a definire nuovi spazi di intercomunicazione non geograficamente ma virtualmente circoscritti detti comunità virtuali. L’uso di face book o myspace può agevolare in termini di rapidità di spostamento di informazioni, ma può presentare anche vari aspetti negativi. In una conversazione mediata da internet cala il livello di informazioni riguardo al contesto sociale e si verifica un fenomeno di deindividuazione, ovvero vengono indebolite o variate le norme sociali a causa dell’immersione nella folla. Ciò può portare sia alla asocialità (diminuzione dell’importanza delle norme sociali) che alla ipersocialità (aumento dell’importanza che l’individuo dà alle norme sociali). Alcuni pensano che il web sia indispensabile alla vita politica e che anzi, sia ormai il mezzo principale per praticarla. Ma l’impressione che il cittadino possa contribuire a e interagire con lo sviluppo del proprio Stato tramite la mediazione informatica è solo fittizia in quanto non è questo il giusto metodo per farlo e nemmeno quello più efficace. Per quanto sia più rapido e pratico infatti, non potrà mai sostituire il confronto diretto, le manifestazioni o gli atti di rivolta praticati dalla gente in prima persona. Un post su un blog, seppure “quotato” da mille utenti, non avrà mai la stessa potenza dell’urlo di un coro per le strade di una città. Detto ciò, ho comunque trovato molto interessante confrontare le nostre idee con quelle di due luminari della mediazione informatica, anche se l’incontro che dal mio punto di vista ha portato il maggior interesse negli ascoltatori è stato il terzo nel quale è stato trattato un problema a me molto vicino, ovvero quello della possibilità dell’utilizzo dei social network da parte di persone ipovedenti o diversamente abili.