giovedì 18 marzo 2010

esercitazione 1

Michela Langella num.matricola 269172

“Si forma una certa identità parallela che si muove molto più facilmente, con meno inibizioni, nel mondo digitale.” Così afferma Gianluigi Cogo il 10 marzo 2010 nel proprio discorso. Attraverso le nuove conoscenze digitali noi cittadini ci troviamo in relazione con una nuova società,invisibile,che si muove all’interno delle piattaforme dei social network. Quasi ogni persona oggi deve intraprendere un viaggio conoscitivo all’interno dei portali internet per poter comunicare con il resto del mondo, le nuove tecnologie portano l’uomo e, più i generale, l’essere umano a una ricerca costante della propria identità in un mondo irreale, creato da numeri, cercando di diventare qualcuno attraverso youtube per citare una possibilità.
Milioni di immagini, milioni di file, miliardi di input vengono proposti dal mondo digitale e virtuale, input che vengono analizzati e incamerati dal cervello, una proposta infinita di possibilità che vengono poste nelle mani di chiunque di inventarsi e re inventarsi in rete. Chiunque nel mondo dei social network può essere una nessuna o centomila identità, una realtà pirandelliana che si avvera virtualmente. Facebook consente di interagire con il resto della civiltà umana e allo stesso tempo consente anche una realizzazione personale all’interno di essa, ognuno può essere, può creare, trovare conforto nella impalpabile comunicazione attraverso una tastiera. Internet è, ormai, diventato indispensabile per l’uomo moderno, senza di esso non si riesce più a comunicare, una e-mail può risolvere mille problemi tempistici, le piattaforme di ricerca consentono in una semplicità mai vista prima d’oggi di conoscere e scoprire senza muoversi dalla propria postazione,soprattutto dopo la diffusione della wi.fi, con la quale è possibile essere costantemente collegati alla rete dove e quando si vuole. Ma tutto ciò non può essere solamente un bene, la comunicazione mediatica finisce col distruggere la comunicazione diretta, troppi giovani cresciuti nell’era facebook disimparano la comunicazione linguistica e cartacea, pochissimi imparano il piacere di leggere un libro, molti svolgono un tema scolastico con i termini utilizzati in rete, il vocabolario viene ridotto a poche centinaia di parole di cui molte abbreviate in sigle e slang. Oltre a questa problematica i giovani d’oggi si trovano bombardati di informazioni, entrano in contatto con un mondo non adatto alle proprie esigenze, già a 10 anni se non meno possiedono un cellulare e a 14 anni possiedono già un personal computer su cui i genitori non possono supervedere, potendo così cadere nel vortice della rete virtuale immaturamente. La rete è uno dei beni più preziosi donati dalla ricerca umana ma deve comunque essere usato consapevolmente poiché può essere molto pericoloso, un’adolescente è offuscato dalla ricerca della propria identità e di nuove conoscenze e può farsi coinvolgere anche troppo velocemente su internet.
Internet è un bene, indispensabile per la nostra società, come effettivamente afferma Michele Vinello, ma deve essere usato con cura, soprattutto nell’ambito dei social network, se usato con la testa può essere un’enorme fonte di conoscenza e conferma della propria identità.