1° ESERITAZIONE
Usare la tecnologia per ricevere una chiamata è una cosa, usare la tecnologia per vivere, lavorare, votare, comunicare ed interagire con il mondo è molto di più.
La maggior parte delle persone, me compresa, sa dell’esistenza dell’informatica applicata a piccole cose, ma ignora i vasti campi a cui essa si dirama al fine di aiutarci nelle relazioni con gli altri e nel migliorare la nostra vita lavorativa, economica e sociale.
Durante gli incontri con Michele Vinello e Gianluigi Cogo si è parlato di Web 2.0, di democrazia digitale, di co-working, di social network ed in particolare del dialogo in rete tra vari utenti e dello scambio di conoscenze ed esperienze a cui tutti possono accedere.
Questo è il web 2.0, ovvero un approccio alla rete diverso, dove vige l’interazione tra sito e utente mediante blog, forum, chat e siti dinamici fruibili dagli utenti, i quali possono modificare i dati contribuendo ad alimentare il web stesso.
Si parla, quindi, di una grande quantità di informazioni che la rete è in grado di trasmettere; di idee, conoscenze e capacità derivanti dal lavoro di più persone che simultaneamente visitano e arricchiscono il web; si parla di co-working.
Il Web 2.0 si avvale quindi di dialoghi bidirezionali, nei quali si può parlare senza “filtri”, di strumenti di connettività, di piattaforme quali Facebook, Twitter, Youtube e molti altri, ovvero strumenti di condivisione che consentono a milioni di persone di interagire.
Tutto ciò può facilitare i rapporti di lavoro, ad esempio tra i vari organi di un’industria, e diminuire l’esigenza di grandi spazi non più necessari qualora si disponga di strumenti di connettività e di una rete a banda larga in qualsiasi luogo; il cosiddetto wi-fi o connettività in movimento.
Si parla di un nuovo mondo dove la tecnologia non è un nemico ma uno strumento che può aiutarci molto anche dal punto di vista economico e ambientale, basti pensare alla green economy o all’economia dei bit o economia della rete.
È proprio quest’economia e il divario digitale a fare la differenza tra le città che si volgono al futuro, organizzate diversamente nelle scuole, nella sanità, nei trasporti e negli strumenti di progresso che possono offrire.
Nascono con questo sviluppo economico le smart cities dove il cittadino può comunicare ed interagire direttamente con la pubblica amministrazione fornendo dati e illustrando problematiche ed eventuali soluzioni da apportare ad esempio nel suolo urbano, ma anche in molti altri campi.
È un’economia di condivisione nella quale esiste la democrazia digitale dove sono presenti servizi che permettono, attraverso forum di discussione, il coinvolgimento costante dei cittadini alle decisioni politiche, o che consentono come e-decision making di votare per via telematica.
Purtroppo il nostro paese risulta ancora arretrato dal punto di vista tecnologico, forse perché troppo conservatore, forse per paura di ciò che non conosce; tuttavia, la tecnologia rappresenta, soprattutto in un momento di crisi, una fonte di riscatto e innovazione impersonato dai co-working e i social network in cui tutti possono produrre, senza più assumere un atteggiamento passivo, ma con un approccio di tipo culturale volto a beneficio di tutti.