PRIMA ESERCITAZIONE
Durante i due incontri avvenuti con Michele Vianello e Gianluigi Cogo, è stato trattato da diversi punti di vista il tema del web 2.0. Vianello ha parlato in particolare di 3 temi: il primo riguardante Venezia, chiedendosi se in questa città può esserci l'innovazione, il secondo riguardante il web 2.0, specificando cosa si intende con questo termine e quali applicazioni includa, e il terzo che sottolineava cosa è oggi la cittadinanza e cosa vuol dire essere e sentirsi cittadini.
Seguendo questi tre temi, Michele Vianello, apre il discorso con una domanda: Venezia è una città dove si può innovare? E a questa domanda risponde senza indugi positivamente. Venezia una bellissima città ma è vecchia, dove i giovani se ne vanno. Come è possibile quindi innovare? Il dirigente del Vega, spiega come in questi anni ciò che conta per l'innovazione sono i bit, cioè la quantità di informazioni che il web è in grado di trasmettere, poiché in questi anni il bisogno più grande è quello di trasferire e condividere le idee. Quindi nel ragionare di bit, Venezia è un luogo dove si può di certo fare innovazione. Ma affinchè tutto ciò sia possibile deve esserci banda larga, perchè sono quelle città che hanno connettività e banda larga e magari anche wifi, connettività in movimento, connettività diffusa, che abbattono i confini spaziali e che possono competere economicamente con le altre, e sono quelle città che si rendono disponibili ad ospitare grandi imprese, dove si studia diversamente, dove la sanità è organizzata diversamente. Queste sono chiamate smart cities, cioè quelle città che fanno della banda larga, della connettività, dell'essere costantemente essere connessi in rete il loro strumento di progresso.
Per quanto riguarda il web 2.0 si tratta di portali in cui si dialoga, si scambia materiale, si condivide senza filtri. Questo web è costruito sul processo di collaborazione di ognuno di noi e funziona perchè ognuno di noi lo usiamo, funziona un portale perchè chi la usa la implementa costantemente, mentre nella generazione precedente del web i contenuti li faceva chi apriva il suo sito, che non era modificabile da nessuno se non dall'autore. La frase ricorrente in entrambi gli incontri e che potrebbe sintetizzare il concetto base di web 2.0 è “User generated content” cioè “gli utenti generano i contenuti”. Tra le varie piattaforme di dialogo più importanti ci sono facebook, twitter, linkedim, youtube, flickr, wikipedia, google, tripadvisor e ebay. Si è parlato poi del cluetrain manifesto, lavoro collettivo di alcuni personaggi che hanno scritto le regole nei rapporti tra le aziende e gli utenti, mettendo come prima tesi “I mercati sono conversazioni”.
Si è parlato poi del manifesto dell'innovazione all'interno del comune di Venezia, con una filosofia totalmente diversa dove vi è collaborazione. Sono stati fatti vari software, ad esempio Iris, dove il cittadino può denunciare il proprio problema e dove l'amministrazione è obbligata a dare una risposta. Oggi quindi si è cittadini se si ha la possibilità di accedere alla rete e di comunicare con gli altri.
Durante l'incontro con Gianluigi Cogo invece, si è parlato del web 2.0 inteso come fulcro della democrazia partecipata: infatti il rapporto tra chi governa e chi deve essere servito dalla pubblica amministrazione, ossia il cittadino, sta cambiando positivamente. La democrazia elettronica è facilitata da una serie di strumenti che ci sono oggi, come mail e molti altri strumenti, dando vita a una forma di democrazia diretta. Gli inglesi, ad esempio, danno per scontato che il cittadino non debba partecipare solamente con la votazione durante le elezioni, ma debba continuare a partecipare direttamente anche durante il mandato, aiutando i politici al cambiamento, potendo parlare quindi di democrazia partecipata. Si parla poi dell'esistenza dei cittadini digitali, ossia l'immagine di noi cittadini all'interno nel mondo digitale, i quali mediante portali e software esprimono idee, giudizi, commenti, ecc. ma dove il cittadino digitale non deve pretendere di avere solamente diritti ma anche doveri, come ad esempio segnalare abusi o quant'altro n modo da aiutare l'amministrazione a migliorare.
Un tempo, internet era un semplice media, come la televisione, le radio, era organizzato in modo diverso, dove qualcuno che non si conosceva dava le notizie e con il quale non si poteva interagire. Ora il web è diventato il media sociale per eccellenza, grazie all'infrastruttura che permette di avere connessioni ovunque e per tutti, grazie alla tecnologia evoluta e divenuta semplice col tempo per venire in contro ai nostri modi e usi, e grazie anche alla cultura digitale. In questo modo, ora tutti posiamo produrre qualcosa di utile, tutti insieme si produce conoscenza, arrivando al concetto di conoscenza collettiva, appunto “User generated the content”, mentre nel passato vi erano solamente relazioni dall'alto. Sarebbe giusto però che sia l'amministrazione a spostarsi dove c'è il cittadino, a permettere al cittadino di esprimersi mediante i mezzi che già conosce, ad esempio se il cittadino è su facebook, anche l'amministrazione deve spostarsi su facebook. Come già segnalato da Michele Vianello, a Venezia è stato attivato il portale Iris, dove è stata appunto l'amministrazione stessa a mettere a disposizione uno strumento digitale al quale il cittadino è già abituato, utilizzando gli stessi strumenti che già ci sono in rete.
A mio parere è bello come tutto questo stia accadendo, anche se purtroppo molto lentamente, e trovo giustissimo che l'amministrazione si avvicini ai cittadini a differenza di ciò che è successo fino ad adesso, dove l'amministrazione era quasi un ente astratto e irraggiungibile, o comunque se non irraggiungibile è stato, e talvolta lo è tuttora, troppo difficile comunicare con chi è a capo. É giusto che ci sia collaborazione ed è giusto che il paese lo costruiscano tutti, non solo chi governa. C'è bisogno dunque di giovinezza e modernità nel mondo dell'amministrazione e spero che iniziando a inserire servizi in internet, come si è fatto con Iris, le cose inizino a cambiare, magari non solamente nelle grandi città.