Relazione conferenza tenuta da Michele Vianello:
Nella prima conferenza tenuta da Michele Vianello, direttore del parco scientifico tecnologico di Venezia (Vega), si sono voluti sviluppare tre temi: la possibilità di rinnovare Venezia, l’utilizzo di web 2.0 e il significato di essere cittadini oggi. Il primo punto ruota attorno ad una domanda cardine sviluppata, probabilmente, anche in modo eccessivo: Venezia è un luogo dove si può innovare? Per dare una risposta concreta è necessario sapere quale significato attribuire all’innovazione. Questa, rappresentata ad esempio dalla sostenibilità ambientale, è un processo che senza attualizzazione risulta privo di significato. Per attuare i molti progetti fino ad ora proposti è necessario comprendere che il metodo “antico” basato sulla grande industria e sui grandi numeri è stato largamente sorpassato da una nuova economia di mercato basata sulla comunicazione mondiale. Per sviluppare un’impresa oggigiorno non è più essenziale l’impiego di straordinari immobili o di migliaia di lavoratori bensì di un’idea forte che superi la cecità conservatrice dell’economia mantenuta in tutto questo secolo. L’immenso impero di Google, difatti, si basa unicamente su di un semplice algoritmo. La soluzione per innovare Venezia è certamente l’apertura mentale verso un nuovo modo di dialogare utilizzando il web. Questo, se potenziato adeguatamente, permette alle aziende di scambiare velocemente informazioni e agli utenti di conoscere i prodotti avendo una maggiore offerta disponibile, non solo nel territorio ma nel globo intero. La nuova economia di rete proponendo una grande offerta, difatti, abbatte concorrenza e prezzi proibitivi. Sparisce perciò anche l’idea di un’azienda basata sui grandi numeri e se ne crea un’altra rivoluzionaria fondata su di una grande idea. Compresa la portata di ciò è evidente l’importanza di aumentare la potenza della banda larga e del Wi-Fi per permettere una comunicazione più fluida tra le parti interessate. In tutto ciò web 2.0, nostro secondo tema, si presenta come un moderno approccio diretto non più al solo singolo ma all’intera collettività. Esso è composto dai nuovi strumenti di connettività, dalle piattaforme che consentono un dialogo a 360° privo di filtri (es.: Facebook e Twitter) ed infine dallo stuzzicante basso costo dell’archiviazione di dati. Fra tutte le piattaforme You Tube è quella che ha rotto la tradizione e ha imposto un nuovo stile informativo. Nel bene e nel male essa ha dato per prima la possibilità di dare spazio e visibilità a ogni singolo creando un qualcosa d’impensabile fino a poco tempo addietro. Terzo grande punto affrontato durante la conferenza è l’importanza della rete nell’amministrazione pubblica; per quanto strano può apparire questi due temi possono e dovrebbero essere strettamente connessi. Il web, infatti, da la possibilità al cittadino di mettersi rapidamente in contatto con l’amministrazione, permettendo a quest’ultima di agire in modo preciso sul problema. Finalmente perciò il cittadino potrebbe comunicare con la sua amministrazione eliminando quel valico così grande tipico del nostro bel paese. L’apertura dell’amministrazione, come accade ad esempio in America, rende maggiormente responsabile il cittadino stesso rendendolo effettivamente parte dello stato. Inoltre essa in questo modo assolve il suo compito: essere vicina e al servizio dei suoi cittadini. Il presidente Obama, ad esempio, si sottopone a delle domande poste attraverso il web dai cittadini stessi dando così a tutti la possibilità di esprimersi. Avendo dimostrato che le idee ci sono e che esse non sono neppure fantomatiche o utopistiche si tratta ora di fornire i mezzi adatti per compiere questa rivoluzione del modo di vedere le cose. Il passo cieco da compiere sta nel dover largamente investire per il domani e non più per il mero profitto di oggi.
Relazione conferenza tenuta da Gianluigi Cogo:
L’incontro sostenuto da Gianluigi Cogo ha posto l’attenzione sul cambiamento avvenuto nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione. Con le moderne tecnologie informatiche, infatti, è possibile realizzare una maggiore democrazia tra stato e cittadino. In particolare le nuove generazioni, i nativi digitali, che conoscono bene la rete e che in questa sanno muoversi, possono instaurare con le istituzioni statali un rapporto più diretto. Il difetto, tuttavia, non sta tanto nell’utente ma piuttosto nel disservizio fornito dalla pubblica amministrazione. Essendo evidente l’utilizzo e la partecipazione quasi totale dei cittadini alla rete, sarebbe compito di chi governa sia comprendere questo nuovo modo di comunicare sia farlo proprio fornendo servizi web adatti. Traducendo parole in fatti non dovrebbe essere l’utente che fatica a ricercare l’amministrazione pubblica ma viceversa quest’ultima che si propone in rete con una serie di servizi in modo da andare per prima incontro al cittadino. Fornendo degli spazi digitali, in questo modo, il cittadino non è più relegato al solo compito di votare ma è anche partecipe diretto durante tutto l’arco del mandato. Si crea così una sinergia doppiamente funzionale rispetto all’attuale sistema italiano. Si distinguono per lungimiranza gli anglosassoni, i quali uniscono le due parti in modo da trarre una cooperazione vantaggiosa per entrambi. Lo Stato non è più un qualcosa di astratto/lontano ma inizia a renderci partecipi. Essere cittadini digitali comporta quindi dei doveri effettivi. Compito di ognuno di noi sarebbe quello di prender parte attivamente ai processi di evoluzione della città. Le idee e i consigli degli utenti aiuterebbero chi amministra ad intervenire e agire nell’interesse del cittadino. D’altra parte il cittadino nella rete si rende partecipe e disponibile per adempiere i suoi doveri civici. La necessaria apertura mentale dell’intera società permetterebbe, infatti, di produrre un beneficio utile a tutti. Quest’innovazione, scombinando alcuni punti fissi della nostra società, parte dal basso verso l’alto ed è mirata a porre l’uomo nella sua giusta posizione: al centro della sua società. Il web, punto focale per questa rivoluzione, è divenuto il media sociale per eccellenza grazie a tre fattori: l’infrastruttura (la possibilità di avere sempre e ovunque connettività), la tecnologia semplice in continua evoluzione e la cultura digitale. Grazie alla rete, la quale è solo un mezzo al servizio dell’uomo, noi possiamo rendere migliore la società apportando delle piccole modifiche a quei canoni che spesso rallentano i processi di sviluppo e di mercato. Infine per mezzo di questa possiamo finalmente sentirci parte di uno Stato, il quale ci responsabilizza con obblighi e ci viene realmente incontro con i diritti.