martedì 16 marzo 2010

Alessandro Giordani 269370

ESERCITAZIONE 1

“Le formiche hanno i megafoni”: questa frase rende al meglio le possibilità che
abbiamo noi cittadini, ma soprattutto noi come persone, grazie alla rete, al Web 2.0. Il Web 2.0 infatti non è una nuova tecnologia sviluppata da Microsoft o Apple, è semplicemente una nuova concezione della navigazione in rete. Si passa infatti da una navigazione “passiva” del Web 1.0, nella quale la pagina web era considerata come una “vetrina” statica, in cui lo scambio di informazioni era a senso unico, per arrivare ora alla navigazione del Web 2.0 in cui è lo stesso utente a creare informazioni, diventando l'anima della rete. Con la frase “le formiche hanno i megafoni” si vuole appunto evidenziare la possibilità che Io, utente della rete, ho di comunicare con gli altri utenti, scambiare informazioni e cosa più importante di esprimere la mia opinione. Tutto questo può avvenire tramite blog, forum, portali di informazione, social network (Facebook, Twitter, Linkedin, Youtube) grazie ai quali gli utenti posso scambiarsi informazioni.
Quello di cui abbiamo parlato fin'ora è il tema di fondo che agisce da filo conduttore per il nostro corso di Informatica e Disegno digitale e i due incontri tenutisi fino ad ora con Michele Vianello e Gianluigi Cogo.
Nel primo incontro, tenuto da Michele Vianello, direttore generale del VEGA (parco scientifico tecnologico di Venezia), si è parlato soprattutto dell'importanza dell'accessibilità del Web 2.0 per tutti i cittadini di ogni singola città o paese. Il Web 2.0 infatti raggiunge il suo massimo scopo se si garantisce lo sviluppo di strumenti di connettività a prezzi abbordabili (banda larga), uno sviluppo di piattaforme che consentono il dialogo e lo sviluppo di supporti per la connettività nella città (wi-fi). Senza questi requisiti, cioè senza la presenza della banda larga e del wi-fi nelle città, e senza la capacità di usarle, avremo chance di vita nettamente inferiori rispetto a chi può usufruire dei servizi della rete
Durante l'incontro di Gianluigi Cogo, si è discusso principalmente di e-Democracy, cioè democrazia digitale. Questo nuovo tipo di democrazia, creatasi con l'avvento del Web 2.0, ha permesso ai cittadini di alcuni paesi del mondo di partecipare attivamente alla vita politica, avendo la possibilità di commentare, criticare o addirittura mandare alcune proposte direttamente al comune di residenza o agli stessi politici, o attraverso portali diretti o molto più spesso attraverso i media sociali, per esempio i social network. Questo nuovo approccio alla democrazia fa di noi dei cittadini digitali, che hanno il diritto di avere la possibilità di accedere a diversi servizi online che semplifichino la nostra vita, ma che hanno anche dei doveri come la sperimentazione di una democrazia diretta attraverso i media sociali. Tutto questo avviene in Inghilterra, mentre per esempio negli Stati Uniti, il presidente Barak Obama comunica pubblica notizie attraverso Facebook; in Canada i molti parlamentari usano Twitter e perciò possono essere costantemente “controllati” dagli utenti.
In Italia invece si ha questa forma di democrazia in scala molto ridotta: a Venezia un ristretto numero di cittadini si sono uniti formando un gruppo chiamato i “40xVenezia” con l'obbiettivo di fare qualcosa per la propria città. Attraverso incontri e scambio di opinioni in rete, grazie ai media sociali, e incontri dal vivo, questo piccolo gruppo di persone è diventato una numerosa comunità che si preoccupa e affronta i problemi della propria città. Se però andiamo ad analizzare su larga scala questo tema, a livello nazionale noteremo come la classe politica sia restia ad affrontare il problema in questione. La conseguenza è che anche i cittadini, o almeno la parte non ancora “internetizzata”, saranno ignari di questo enorme potenziale e si vedranno negare la possibilità di scoprire un mondo completamente rivoluzionario e soprattutto fondamentale per il miglioramento delle proprie libertà personali.