martedì 23 febbraio 2010

Ballarin Nicolò 268892

prima esercitazione obbligatoria

I social network e l’evoluzione del digitale

Agli inizi della sua storia il web era un qualsiasi mainstream come sono i giornali o la tv; era cioè uno strumento che forniva un’informazione unilaterale. Esso era regolato da una redazione che decideva il tema da esaminare e il modo in cui farlo, divulgando poi la notizia in maniera del tutto inalterabile. Questo primo modo di rapportarsi alla rete viene identificato con il termine “web1”.

Successivamente la rete si è evoluta divenendo l´attuale mezzo sociale per eccellenza,

Gianluigi Cogo individua il merito di quest’evoluzione avvenuta con il web 2.0 in tre fattori:

1. l’infrastruttura, ovvero la possibilità di reperire ovunque ci si trovi la connettività (connettività in movimento)

2. la tecnologia, intesa come sviluppo tecnologico per favorire l’utilizzo della rete (concetto di utilizzabilità)

3. la cultura, digitale ovviamente; in quanto senza di essa, cioè di un’apertura mentale nei confronti di questo strumento per la condivisione delle conoscenze, non è possibile comunicare.

Michele Vianello invece ne ha evidenziati altri tre, quali:

o strumenti a prezzi accettabili

o lo sviluppo di piattaforme che consentano il mesh up

o il costo dello storage

Comunque lo si voglia interpretare il concetto cardine di questo nuovo tipo di approccio alla rete è la produzione collettiva della conoscenza; si parla infatti di UserGeneratedContent; un concetto rivoluzionario che ha costretto al cambiamento la struttura stessa su cui l’informazione si basava e che è stato applicato anche alle nuove tipologie di marketing effettuate dalle grandi aziende, che grazie all’utilizzo di cookies sono in grado di portare avanti una pubblicità mirata, non più di massa come accade per esempio nel caso della televisione. Le aziende attualmente utilizzano ormai il crowdsourch, ovvero la pratica di chiedere al cliente come preferirebbe fosse un determinato prodotto, sfruttando l’inventiva e la risolutezza collettiva e non più individuale, riproponendo così le persone come centro del sistema moderno.

I singoli infatti con i loro commenti e segnalazioni possono condizionare l’economia turistica di un’intera località grazie al semplice passaparola di informazioni esistente tra gli iscritti di un qualsiasi social-network quale “tripadvisor” o sono in grado di sconvolgere il principio di autoreferenzialità dell’amministrazione pubblica come nel caso di “irisbeta”. Si è venuto a creare in questo modo un nuovo concetto: quello di “democrazia digitale” la cui nascita è stata facilitata da alcuni strumenti che permettono una forma di comunicazione diretta tra le persone come ad esempio le mail.

La democrazia digitale è interpretata nel vocabolario inglese come un insieme di “strategies and political and governance processes”; una definizione che evidenzia il diritto-dovere del cittadino di continuare a “governare” durante tutto il ciclo del mandato elettorale attraverso una partecipazione diretta alla vita sociale. Si giunge così al concetto di cittadino digitale, il quale può giudicare e commentare, spesso con minori inibizioni rispetto al mondo reale.

Il problema che è sorto a questo punto è dovuto al fatto che spesso si fraintende questo nuovo status quo considerandolo solo un modo per rivendicare i propri diritti trascurando il fatto che questa condizione comporta anche un insieme di doveri (citando J. F. Kennedy: “Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te ma cosa tu puoi fare per il tuo paese”). Diventa dunque fondamentale la partecipazione che viene sviluppata per lo più grazie a social-network “chiusi” ovvero che concentrano l’attenzione delle discussioni che avvengono al loro interno su argomenti di interesse comune ai loro iscritti; un esempio particolarmente interessante è quello di “40xVenezia”creato da un gruppo di cittadini (importante sottolineare questo aspetto) per discutere delle stesse questioni del consiglio comunale, ma vi sono molti altri strumenti di democrazia diretta come “Fixmystreet”, “mybikelane”, “spotcrime”, “ratemycop” o “theyworkforyou” altrettanto utili e diretti.

Oltre all’utilizzo adeguato dei social-network vi è un altro modo per migliorare il mondo che ci sta intorno: il creare innovazione.

Michele Vianello nella sua conferenza evidenzia due grandi campi di innovazione: il primo è la green economy, il secondo è il passaggio da atomi a bit.

Quest’ultimo punto è particolarmente interessante in quanto focalizza l’attenzione sullo sviluppo, che fino a poco tempo fa era strettamente legato alla semplice realtà fisica e alla materialità, ma che da una cinquantina di anni a questa parte fa riferimento soprattutto ai bit cioè alle conoscenze e alla trasmissibilità delle idee.

Un esempio lampante di questo cambiamento è il caso dei fondatori di google i quali possedevano “solamente” un algoritmo dal quale sono riusciti a creare una delle maggiori multinazionali esistenti. Grazie a questo sconvolgimento anche città con carenza di spazio quali Venezia (smart-cities) sono in grado di creare innovazione attraverso l’utilizzo di sistemi come la banda larga e il wi-fi che rendono la nostra città sicuramente più predisposta al miglioramento in quanto questa è l’epoca dei processi di collaborazione.

L’utilizzo di un social network come Facebook nel nostro corso è dovuto proprio alla presa di coscienza di questo momento culturale, in quanto l’utilizzo di questo tipo di piattaforma è il metodo più semplice per creare una community e un luogo di lavoro e di incontro di conoscenze. Ovviamente come nella realtà concreta vi sono delle regole di cortesia all’interno di community e sottocommunity che è necessario conoscere e rispettare al fine di una buona convivenza e per crearsi una certa “reputation” ( che dev’essere poi curata nel tempo).

Sono convinto anch’ io che, come è stato evidenziato più volte a lezione, sia molto importante curare quest’ultimo aspetto in quanto “la forma” in una società ha una grande rilevanza: il come ci si pone di fronte alle altre persone è fondamentale sia per le relazioni interpersonali sia in ambito lavorativo. Tenuto conto che a nostra disposizione abbiamo un’ottima vetrina è di fondamentale importanza sfruttarla al meglio. Purtroppo come in una qualsiasi altra realtà anche in quella digitale sono presenti persone il cui scopo è quello di dar fastidio e creare scompiglio.

Nel caso specifico dei social network questi elementi sono definiti “troll” e si muovono sfruttando la poca conoscenza della rete della maggior parte degli utenti per creare disordine o disagio o semplicemente produrre reazioni come nel caso del gruppo su facebook dedicato alle violenze su persone down (“tiro al bersaglio su bambini down”), dove vi erano moltissimi iscritti, la maggior parte dei quali criticava i fondatori di questo gruppo dando loro però una grande visibilità.

Dopo aver accennato al cambiamento del web fino al 2.0, all’e-government , aver sottolineato l’importante ruolo della partecipazione di ogni individuo alla creazione della conoscenza e fatto un rapido accenno ai cosi detti “troll” possiamo concentrarci su un piccolo flashback sulle origini dei più importanti poli informatici odierni per capire meglio le dinamiche che hanno portato allo sviluppo delle tecnologie informatiche.

Questi colossi, quali Apple e, Microsoft si svilupparono negli anni 60, favoriti dalla decisione, da parte degli USA, di investire un’ingente quantità di denaro per finanziare la ricerca. Inizialmente si pensò che questi fondi dovessero essere indirizzati alle grandi aziende, ma poi si decise di concederli alle università affinché li dispensassero alle menti più brillanti. Questo è il primo elemento di fondamentale importanza per la crescita culturale e tecnica avvenuta in questi anni, il secondo è l’ obbligo, vigente negli States, di condivisione delle informazioni dopo due anni dalla fine delle ricerche che predispone il contenuto di una ricerca ad una divulgazione semplice e immediata (convinzione della positività della condivisione delle informazioni). Credo che sia in questo clima di condivisione che le conoscenze possono aumentare in modo esponenziale, creando i presupposti per una veloce evoluzione culturale, nonché per un miglioramento della nostra società e dell’essere umano in genere.

Vorrei concludere con un’ultima osservazione: il web, come alcuni potrebbero obbiettare, non limita la nostra individualità perdendola all’interno del gran numero di utenti, anzi ci consente di esprimerci al di là di qualsiasi confine nazionale, politico o sociale che sia, basta solo intuirne le possibilità e capacità e sapere come utilizzarlo.