lunedì 15 marzo 2010

Simone Soligo 269724

Prima esercitazione di informatica e disegno digitale, prof Maurizio Galluzzo,


Michele Vianello:

Nel mondo ci sono sempre più nuovi strumenti che lo stanno rivoluzionando.
Alla fine dell’attuale crisi economica ci sarà una nuova economia: la green-economy, legata alla rete.
Nell’economia attuale lo sviluppo è legato agli spazi, in quella del futuro gli spazi centreranno poco perché useremo i bit.
Nicolas Negroponte ha coniato il cambiamento dall’economia degli atomi a quella dei bit.
Nell’economia dei bit gli spazi non sono più un elemento dominante e quindi in una città come Venezia, contrariamente a quello che in tanti pensano, l’innovazione non è un problema.
Le città che hanno molta banda larga in futuro avranno molte più possibilità delle altre, perché daranno molte più probabilità di sviluppo.
Queste saranno le cosiddette SMART CITY.

Web 2.0 è un approccio alla rete in modo interattivo, infatti ora con la rete si può dialogare.
Google è nata da un algoritmo unico dal quale è stato costruito un impero e funziona grazie al processo di collaborazione di ognuno di noi.
Attualmente una delle principali piattaforme di dialogo è facebook.
Con questi nuovi sistemi persone che non si conoscevano, e quasi sicuramente non si sarebbero mai incontrate, possono dialogare e quindi scambiarsi idee ed informazioni.
Anche youtube fa parte di quegli strumenti interattivi appartenenti a web 2.0 ed è riuscito a rompere l’equilibrio dei media tradizionali.
Wikypedia fa parte degli strumenti di collaborazione ed è sempre aggiornato, dunque anche qui vale il principio che una informazione ha valore se è messa in relazione con tutti perché così possiamo trarre delle conclusioni migliori.
Per far parte della società del futuro dobbiamo essere cittadini digitali e per farlo bisogna innanzitutto avere la possibilità e dopo di che la capacità di utilizzare gli strumenti di connettività.
Più saremo cittadini digitali e più possibilità avremo in futuro.

La maggior parte della gente pensa che la tecnologia sia una cosa adatta solo per i giovani, ma in realtà non è così perché basta pensare al fatto che il boom dei cellulari è avvenuto proprio grazie agli anziani, in quanto era l’unico modo per riuscire a dialogare con i propri nipoti.
Ad una persona anziana serve molto più tempo per capire una cosa, ma contrariamente a noi ha molto più tempo da dedicargli e quindi si potrebbe quasi dire che un anziano interessato ad una cosa la apprende in “meno tempo” di noi.

La privacy, in base all’attuale legge, è una grossa limitazione, perché tutti questi nuovi strumenti di comunicazione che abbiamo hanno ritmi ed esigenze diverse da quelli di questa legge.
Questo è un mondo nuovo, che ha quindi bisogno di nuove regole.

In rete, contrariamente ai media tradizionali scegliamo noi quello che vogliamo vedere, addirittura posiamo scegliere la pubblicità che più ci interessa perché è suddivisa in tipologie.

GIANLUIGI COGO:

La nostra generazione è chiamata dei nativi digitali, quella dei nostri genitori degli immigrati digitali.

Il rapporto con la pubblica amministrazione sta subendo un cambiamento epocale grazie al Web 2.0.
La democrazia grazie alla digitalizzazione è aumentata perché se dobbiamo parlare con un parlamentare in tempi rapidissimi lo possiamo fare, sempre che questo sia un cittadino digitale.
Con la democrazia digitale possiamo aiutare chi ci governa, sempre se ce ne da la possibilità, a farlo in modo migliore grazie alle opinioni di tante persone.
Noi siamo dei cittadini digitali se sappiamo sfruttare i mezzi dei cittadini digitali.

Il web è un web sociale grazie a tre fattori:
- Infrastruttura, cioè la possibilità di poterci connettere (Venezia ha capito che l’infrastruttura è il primo elemento digitale ed ha creato una rate wireless che copre la città);
- La tecnologia, che si è evoluta semplificando e mettendo alla portata praticamente di tutti gli strumenti di connettività;
- La cultura digitale, senza la quale i primi due punti non sarebbero nulla.

Il web evoluto e sociale è la capacità da parte di tutti di fare una produzione collettiva dell’economia e della conoscenza, abbiamo perciò un flusso multidirezionale.
In origine anche il web era come i media tradizionali perché non si poteva interagire, e quindi eravamo “comandati dall’alto”, ora invece grazie ai social network siamo tutti sullo stesso piano.
Il web non è fatto da uno ma dall’insieme di tanti pezzi.

Il web sociale può essere paragonato al dopo medioevo perché c’è il ritorno della persona al “centro dell’universo”, dopo un periodo oscuro i talenti possono venir fuori e mettersi in luce.

Venezia, Milano e Palermo hanno seguito l’esempio degli Stati Uniti, dare cioè la possibilità ad un cittadino di segnalare un problema, come una buca sulla strada, tramite la rete.
Si può perciò dire che la Pubblica Amministrazione Americana è stata la prima a capire l’importanza e la necessità di interagire con l’opinione pubblica, e per farlo ha capito che il miglior mezzo era i Web.





Perciò i social network non devono essere visti ed usati solo come se fossero una perdita di tempo ma devono essere sfruttati per migliorare la vita.

2.0 può essere definito una vera e propria CULTURA.