mercoledì 10 marzo 2010

Matteo Corazza 269200

Michele Vianello

Cittadini digitali
Negli ultimi anni la concezione di cittadinanza è notevolmente cambiata: non ci si riferisce più semplicemente a quella fisica, ma soprattutto a quella legata alla possibilità o meno per un cittadino di accedere alla rete.
Per usufruire di tale servizio è necessario il supporto di infrastrutture e tecnologie.
É però possibile fornirle a qualsiasi città?
La risposta è si e la dimostrazione è Venezia: questa città così unica e apparentemente legata al passato, si trova invece catapultata nel presente e nell’innovazione, disponendo ora di una rete wi-fi usufruibile da tutti i residenti.
(qua ripeti 3 volte connettività, visto che sono termini tecnici non correggo, vedi tu se puoi farlo, ma non lasciarlo così che è proprio brutto..)
Sono necessarie reti a banda larga e possibilità di collegarsi al web in movimento;
nascono così le smart cities, città ad alta connettività.
Il cittadino deve però disporre di quelli che ormai si possono riconoscere come “strumenti di accesso al web”, che vanno dal personal computer al cellulare passando per tutti quegli strumenti che permettono di accedere alla rete in qualunque luogo che lo permetta.
Una volta avuta a disposizione la rete si può accedervi e navigare. Fortunatamente oggi disponiamo di una rete web 2.0 che permette, a differenza della sua predecessora rete web 1.0, l’interattività fra gli utenti e non una comunicazione monodirezionale simile alla televisione.
Oggi per fare impresa non è più strettamente necessario lo spazio ma la conoscenza e la capacità di far circolare le idee.
Grazie alla rete web 2.0 l’interscambio di conoscenza è veloce ed efficace.
A tale scopo sono utili le diverse piattaforme che consentono il dialogo e che sono generate all’interno della rete. Vengono così riscritti i modi di amministrare e di rapportarsi tra aziende.
Nasce l’economia della lunga coda, the long tale, legata non alle grandi cifre ma a tante piccole cifre che messe insieme fanno oggi la fortuna di diverse aziende, legate ad esempio alla compravendita di musica sul web.

Gianluigi Cogo

Democrazia partecipata
La pubblica amministrazione è sicuramente un argomento che ha verso i giovani appeal pari a zero ma lo si può far diventare intrigante se gli enti statali si digitalizzano, mettendosi in rete e rendendo partecipi i cittadini al suo lavoro. Questa mossa può giovare e velocizzare l’adempimento dei compiti del settore pubblico, e inoltre può essere molto apprezzata dai cittadini.
Si avrebbe a che fare con la cosiddetta “democrazia partecipata”,nella quale cambia il rapporto tra chi governa e chi vota.
Questa evoluzione è già stata fatta in alcuni paesi, soprattutto in quelli anglosassoni, e il risultato è che chi viene eletto non ha il solo dovere di governare, ma deve anche rapportarsi costantemente coi cittadini tramite la rete e rendere conto di ciò che fa.
Questo cambiamento di rapporto è possibile se sono disponibili le reti e i servizi.
Le reti sono necessarie a portare i servizi al cittadino, quali i diversi portali dove la pubblica amministrazione comunica con esso.
Un simile servizio è presente proprio a Venezia e consente al cittadino di comunicare un qualsiasi problema alla pubblica amministrazione, localizzarlo e permetterle di risolverlo (agevolandone così il lavoro e rendendo più felice il cittadino).
È importante la possibilità di mash-up che permette l’interazione tra più fonti e appunto localizzare il problema da comunicare su una mappa.
Molti esempi di servizi simili sono presenti negli U.S.A., dove inizialmente sono stati creati dai cittadini, per poi essere adottati dalle amministrazioni.
Necessari allo sviluppo di tali servizi oltre alle infrastrutture sono le tecnologie, il possedere strumenti di connettività, e la cultura, cioè la voglia di condividere la conoscenza.
La condivisione e l’interscambio è oggi possibile grazie al web 2.0 che eleva l’utente da uno stato passivo ad uno stato attivo.(come riportato anche da Michele Vianello)
Grazie a ciò condividendo un’idea possiamo oggi farla crescere tutti insieme. Seguendo questo stile oggi molte aziende non effettuano più indagini interne per nuovi prodotti ma analisi esterne, muovendosi nel web.
Tutti questi servizi e tecnologie devono essere adottati quindi da una pubblica amministrazione che vuole essere al passo coi tempi e più efficace, per fornire un miglior servizio dal cittadino.