PRIMA ESERCITAZIONE
Web 2.0. Questo è il tema principale di ciò che si è trattato durante le prime due conferenze organizzate per il Corso di Informatica e Disegno Digitale.
Nel primo incontro, tenuto il 3 marzo scorso da Michele Vianello, direttore del Parco Scientifico Tecnologico di Venezia VEGA, si è discusso sul come il Web 2.0, la connettività, aiuti l’innovazione delle città e faciliti il dialogo d’impresa.
Il relatore sottolinea come Venezia sia un terreno fertile e un ottimo piano di lavoro su cui attivare l’economia della conoscenza.
Questa nuova organizzazione urbana elude quella vecchia basata sulla produzione materiale e prepara nuovi scenari ove lo spazio fisico lascia il posto all’informazione.
Informazione intesa come il prodotto del dialogo tra utenti attivi nel web.
Le attuali principali piattaforme di dialogo, Facebook, Twitter, LinkedIn sono strumenti che favoriscono la contaminazione. In particolare, consentono di lavorare in gruppo diventando un potente strumento di connettività sociale la cui efficacia è determinata dall’assenza di filtri. Una vera conoscenza vale, infatti, solo e in quanto messa in relazione ad altre conoscenze e la contaminazione si amplifica quanto più i canali s’intrecciano. La responsabilità dei contenuti è sempre e solo dell’utente che, in assenza di normativa adatta, deve imporsi delle regole; il materiale messo in rete non può, infatti, essere soggetto alle medesime regole applicate ai media.
Requisito principale è che la rete viaggi su banda larga.
Il futuro di Venezia è nella sua possibilità di trasformarsi in una smart-city. Una città in cui è possibile migliorare trasporti, telecomunicazione e sostenibilità dell’ambiente attraverso lo sviluppo della connettività in movimento.
In particolare, la Pubblica Amministrazione dovrà adoperarsi sfruttando le potenzialità date da questo nuovo approccio della rete, il Web 2.0. In questo modo, la bidirezionalità, già esistente, avrà la possibilità di svilupparsi con reciproco beneficio e massima efficenza. Le responsabilità non saranno, così, eludibili e la soluzione, anche se complessa, verrà risolta dall’Ente.
Il secondo tema trattato dal relatore è stato “La lunga coda”, ovvero l’economia la cui redditività è data dalla somma di mini importi pagati per l’acquisto del prodotto effettivamente desiderato e non più compreso in un pacchetto contenente materiale superfluo.
Nel secondo incontro tenuto il 10 marzo scorso da Gianluigi Cogo si è approfondito come il Web 2.0 aiuti la democrazia partecipata, ovvero i rapporti tra chi governa e gli elettori.
La connettività crea un nuovo status, quello del cittadino digitale che interagisce direttamente per rivendicare i suoi diritti senza l’intermediazione di figure terze.
Anche in questo incontro si è ribadito il ruolo dei social network che favoriscono la partecipazione individuale o di gruppo diventando, quindi, strumenti di democrazia diretta.
L’accessibilità è massimizzata quando è garantita la semplicità d’uso di questi mezzi.
Secondo l’oratore il digitale dovrebbe essere apparentato a discipline umanistiche perché evoluzione dell’antico e storico bisogno della conoscenza.
È importante ricordare come nel Web 2.0 i contenuti vengono generati dal basso e non sono più frutto di un flusso d’informazione unidirezionale.
L’oratore ha, infine, tenuto a puntualizza come la crescita passi attraverso la volontà di partecipare alla vita sociale, seppur digitale, affermando che quando si cerca qualcuno si può far qualcosa e cercando qualcosa ci si può solo nutrire.