venerdì 12 marzo 2010

Carradore Alessio 269764

Prima esercitazione obbligatoria

Carradore Alessio 269764


Nelle lezioni svoltesi fino ad ora di disegno digitale sono stato “bombardato”, almeno io, da una serie d’informazioni su tutto ciò che riguarda i social network, sulle nuove tecnologie e quello che comportano che in un primo momento mi hanno trovato un po’ spiazzato e impreparato. Si è parlato ovviamente di uno dei social network più famosi, face book, e delle notizie uscite sulle principali testate giornalistiche che lo riguardavano. Molto interessante è stata la discussione da parte del professore sulla responsabilità o meno di face book riguardo alla pubblicazione di alcuni gruppi “fantasiosi” e come le persone che non "sanno" rimangano indignate di fronte a tale comportamento. Tanti nuovi spunti sono stati dati a noi studenti per renderci consapevoli delle potenzialità dei social network, delle opportunità che questo nuovo mondo può offrire a noi che dovremo trovare un lavoro. Tutto questo penso sia vero, il problema è la mentalità un po’ chiusa, che ci fa guardare a face book solo come un passatempo. A questo riguardo ha parlato nel secondo intervento Gianluigi Cogo, il quale secondo me, ha esposto una serie di argomenti molto interessanti. Si è parlato dell’immobilità dei nostri politici verso un mondo digitalizzato e sopratutto verso una democrazia partecipata. Stupendo l’esempio dei politici canadesi, i quali hanno tutti il loro profilo su twitter e si può sapere in ogni momento ciò che stanno facendo e da questo si può vedere se soddisfano le richieste nostre, di ogni cittadino. Molto interessante è il dialogo che esiste in tutti gli anni del mandato con il politico. Si fa sempre parte così di un percorso costruttivo, affrontato dai cittadini e dai politici. In Italia sappiamo cosa fanno i politici solamente attraverso quello che ci dice la televisione, la radio o i giornali. L’idea di una democrazia partecipata è un qualcosa che dobbiamo portare avanti noi giovani, anche in un futuro prossimo, perché no, politico. Per fare questo però abbiamo bisogno d’infrastrutture “digitali” che oggi mancano. Qualcosa si sta sicuramente muovendo ma è ancora troppo poco. Sto parlando ad esempio della famosa “banda larga”. Qui entra in gioco il primo intervento di Michele Vianello il quale giustamente è convinto che con la banda larga una città possa offrire molti più servizi ai giovani e di conseguenza portare un maggior benessere e anche maggior ricchezza nella città stessa. Alcune città, tra le quali Venezia, si stanno dotando ora di questa tecnologia, sempre a macchia di leopardo però, non è una cosa estesa e fruibile da tutti in qualsiasi momento e luogo. Vianello ha parlato anche della comodità offertaci dalle nuove tecnologie come ad esempio “youtube”, che dà la possibilità a tutti noi di vedere i video che vogliamo e non ciò che c’è imposto dalla televisione ad esempio. Questi incontri con persone esperte e innovative hanno avuto l’effetto su di me di allargare le mie vedute, di rendermi più partecipe in questo mondo digitalizzato. Mi hanno reso consapevole che noi giovani abbiamo un potere enorme e le conoscenze per far progredire la società, la quale è ancora impantanata nelle sabbie mobili della vecchia democrazia.

Tornando al nostro mondo giovanile, forse queste nuove nozioni sulle tecnologie digitali sociali hanno contribuito ad accrescere le nostre competenze in questo campo e di sicuro hanno fatto si che usassimo in modo differente, oltre la semplice visita, i nostri profili o più in generale il social network stesso.