giovedì 11 marzo 2010

LUCA MANCIN 269254

Prima esercitazione

Gli incontri con Michele Vianello e Gianluigi Cogo, avvenuti durante il corso di informatica, chiariscono il ruolo che tale disciplina sta assumendo nella società contemporanea in relazione all’economia e alla pubblica amministrazione.
Michele Vianello sviluppa, nel suo incontro, tre argomenti principali: Venezia, web 2.0 e il rapporto tra cittadini e accesso alla rete. Il relatore considera Venezia una città con un alto potenziale in cui è possibile una radicale innovazione che si basa sulla green economy e sul passaggio da atomi a bit; in quest’epoca sono necessarie conoscenza e capacità di trasmissione delle idee: a Venezia si possono conciliare green economy e collaborazione tra lavoratori senza la necessità di possedere uno spazio fisico esteso ma servendosi essenzialmente di rete a banda larga e connettività in movimento. Abbattere le barriere della connettività significa possedere le migliori opportunità di lavoro; queste città vengono definite smart cities. Web 2.0 è un approccio alla rete: si basa su strumenti di connettività, piattaforme digitali, come facebook, che consentono il dialogo tra gli utenti, e sulla possibilità di archiviare dati con un costo bassissimo. Tutto ciò è semplicemente la nuova forma di economia e web 2.0: nasce la bi-direzionalità, la comunione dei dati e della conoscenza; non esiste più il mio ma il nostro e tutto si basa sulla collaborazione. Si sviluppa, così, la cittadinanza digitale: il diritto all’accesso alla rete è ciò che fa la differenza nelle nostre chances di vita; tutto dipende dalla possibilità di disporre di rete a banda larga e in movimento che si rendono, oggigiorno, indispensabili per chiunque cerchi di costruirsi un futuro.
Gianluigi Cogo sviluppa il tema della democrazia “partecipata” e del cambiamento dei rapporti tra pubblica amministrazione e fruitore dei servizi: si tratta di un cambiamento epocale. Oggi la democrazia elettronica è facilitata da una serie di strumenti che un tempo non esistevano, pur essendo presente una forma di democratica partecipazione. Il concetto di democrazia digitale nasce proprio grazie allo sviluppo delle infrastrutture digitali che lo rende abilitante; tali infrastrutture sono le reti, gli strumenti, come l’e-mail, e i servizi: essere un cittadino della rete, cioè possedere una propria componente in rete, non comporta, tuttavia, solo l’avere ma anche il dare cioè esiste una perfetta armonia tra diritti e doveri. Dovremo, secondo Cogo, rifarci alle parole di Kennedy: “chiediti cosa fai tu per lo stato e non cosa fa lo stato per te”. Internet prima di questa rivoluzione era solo un altro media unidirezionale come può essere la televisione; ma il contesto attuale grazie a infrastrutture come la connettività, allo sviluppo delle tecnologie, che ha reso il tutto utilizzabile, e ad una cultura digitale, ha trasformato il web in un media sociale. Esso, come spiega anche Vianello, si fonda sulla produzione comune della conoscenza: tutti possono contribuire a questa diffusione e a sviluppare una nuova economia immateriale. La persona torna al centro dell’attenzione e i vari social media usano il linguaggio XML per dialogare tra loro attraverso il trasferimento di parti di un sito su un altro. La chiusura mentale della pubblica amministrazione viene annientata dalla collettività del web: si risolvono i problemi insieme grazie ai nuovi strumenti e si permette, in ogni caso, ai più talentuosi di emergere. Esempio veneziano è il gruppo “quaranta per Venezia”: utenti della rete che osservando un mal funzionamento nella pubblica amministrazione veneziana decisero di rendersi attivi per risolvere e discutere in web tali problemi. Il risultato fu che la giunta virtuale che avevano creato funzionò come una palestra politica tanto che sette componenti del gruppo originale sono attualmente candidati nei vari partiti.